È meglio perdonare o essere rancorosi? Come si gestiscono al meglio le reazioni degli altri? Quando bisogna rispondere in maniera decisa? E in generale, esiste una tecnica migliore per confrontarsi con le persone?
Queste e altre sono le domande a cui prova a rispondere il “Dilemma del prigioniero”, una teoria dei giochi diventata importante durante la guerra fredda per capire come gestire l’esclation di minacce nucleari tra le due super potenze del tempo: Usa e Urss.

Eccolooo!
Grazie al cielo a capo di certe decisioni c’era gente un po’ più sveglia dei vostri bellicosi istinti barberico longobardi!
DILEMMA DEL PRIGIONIERIO SPIEGATO SEMPLICE
Questa volta il pistolotto in cui vi spiego le cose è davvero necessario!
Il dilemma del prigioniero fa parte del macro cosmo della teoria dei giochi che hanno delle regole di base:
- Si gioca per vincere
- Le decisioni sono finite e scadenzate da turni. Ci possono essere partite con decisioni infinite ma non è la regola di base
- Ci sono conseguenze positive o negative
- Il gioco può anche essere cooperativo
Se siete curiosi di affrontare la questione del funzionamento della teoria dei giochi c’è questo bell’approfondimento del post.
Di questa cosa ci interessa poco perché il punto focale di questo articolo è il dilemma del prigioniero. Esistono molte versioni, io spiegherò quello con una struttura ricorrente dove si confrontano due persone, A e B.
Ad ogni turno A e B possono prendere una decisione (collaborare o non collaborare) la quale porta ad uno di questi quattro possibili risultati:
- Tutti e due collaborano
- Nessuno collabora
- A collabora ma B non collabora
- A non collabora, B collabora
La decisione porta ad una conseguenza sul turno successivo nonché ad acquisire un punteggio: se tutti e due collaborano ottengono 3 punti a testa, se nessuno collabora si ottiene 1 punto, se invece uno dei due collabora ma l’altro no chi è stronzo prende 5 punti, chi è disponibile 0.
Alla fine dei turni (in genere 200) si fa la somma del punteggio totale ottenuto ad ogni prova e si decreta un vincitore.
Immagino vi stiano venendo in testa un sacco di domande, veh?
Come si fa a vincere la partita? Qual é la strategia migliore in assoluto? È meglio essere cattivi, rancorosi o perdonare sempre? Cosa succede se meni e basta?
Il dilemma del prigioniero non studia solo i rapporti politici degli anni ’50 tra Usa e Urss ma la vita e qualsiasi rapporto sociale: l’amicizia, i rapporti con il capo a lavoro, con i figli o con il partner. Insomma su come affrontare la vita.
COSA DICONO 50 ANNI DI TEST SUL DILEMMA DEL PRIGIONIERO
Il dilemma del prigioniero è un gioco nota da oltre 70 anni nell’ambiente accademico (e non) perciò dispone una ricca statistica.
Moltissimi esperti di tutto il mondo hanno proposto la loro strategia.
Ce ne sono decine, anche centinaia: c’è chi sceglie sempre di collaborare, chi di perdonare una sola volta e poi non collaborare mai più, chi di diventare aggressivo dal decimo turno, chi testa l’avversario subito e poi sceglie se essere “buono” o “aggresssivo” e così via.
Essendo un gioco queste strategie sono state messe a confronto attraverso linguaggi di programmazione e test matematici. Grazie a questa struttura sono stati fatti diversi tornei per decretare la strategia più di successo.
La cosa incredibile è che, nonostante diversi test sullle varie tattiche alla fine son risultate tra le migliori quelli con caratteristiche simili e perciò ne sono nate una serie di analisi e di… lezioni importanti!
MEGLIO ESSERE BUONI
In una classifica finale le strategie “buone”, cioè quelle tendenti a collaborare, sono quelle con il punteggio più alto. Quelle più cattive, rancorose o che non perdonano, invece hanno punteggi totali più bassi.
Immaginatevi il tabellino della classifica della serie A: a sinistra ci sono TUTTE le strategie collaborative, a destra quelle non collaborative.
La lezione? Collaborare è meglio.
SAPER PERDONARE
Se sei rancoroso, non riesci a perdonare lo sbaglio di un altro o sei tendente a rispondere aggressivamente beh… usi la strategia sbagliata.
Tutte quelle strategie “aggressive”, cioè tendenti a non collaborare, a fregare gli altri oppure incapaci di perdonare un comportamento sleale hanno risultati subottimali.
Con subottimali intendo che nelle prime 15 posizioni con più punti totali ci sono 14 stategie buone e 1 aggressiva. E che nelle ultime 15 posizioni in classifica ci sono 14 strategie aggressive e una sola buona. Avere comportamenti sporchi non paga.
Non solo viene punito il rancore, ma anche le strategie che tendono a “tradire” per prima.
Sapere perdonare ed essere tendente alla collaborazione però non dire essere scemo, anzi…
RISPONDERE ALLE OFFESE (SUBITO)
Saper perdonare non vuol dire essere buonista e neppure lasciar passare tutto.
Vuol dire avere le migliori intenzioni di fare un percorso comune, di discutere e trovare una soluzione funzionale. Se però in un turno vieni “tradito” devi reagire. Subito.
Uno degli esempi più comuni del dilemma del prigioniero è questo: A e B collaborano per tot turni, a quello successivo B cambia idea e “non collabora”… cosa bisogna fare?
Se si analizzano le varie strategie di questa teoria dei giochi si capisce come continuare a collaborare non è efficiente: B potrebbe continuare a non collaborare accumulando punti di distacco in classifica oppure tornare a collaborare con in mano i punti necessari per vincere la partita. Fare Gandhi in questo caso non paga.
Quello che fanno le strategie migliori è di rispondere immediatamente all’affronto subito.
B non collabora? Il turno successivo anche tu non collabori. Se B torna a collaborare, A perdona come se non fosse mai mancata la fiducia altrimenti A continuarà a rispondere a B seguendo il classico adagio “occhio per occhio, dente per dente”. Si va avanti a sgambetti fino a che l’altro “non capisce l’andazzo”.
La risposta non è posticipata al futuro, è immediata. Deve essere chiaro che quella risposta è una reazione al comportamento non collaborativo.
Quante volte avete avuto atteggiamenti passivo aggressivi rispondendo ad uno sgarbo in ritardo e in torbidendo le acque?
Io mi son trovato in situazioni simili, nella vita vera, mille volte. Ricordo un caro amico che una volta mi diede uno schiaffo in faccia. Risposi tirandogli un cartone (per i non romani: un cazzotto) sul mento. Non ci sentimmo per due giorni, poi mi chiese scusa e tornò tutto come prima.
Non parliamo poi dei rapporti con le fidanzatine. Potrei scriverci un trattato. Lo stesso vale anche per lavoro, con i venditori o negli incontri con qualsiasi sconosciuto.
Ragà, realtà di vita vera!
ESSERE CHIARI
Il vecchio detto “patti chiari, amicizia lunga” qui fa la figura del gigachad.
Le strategie semplici con regole minimaliste e una perfetta comprensione di come funziona il rapporto è fondalmentale.
NON ESISTE UNA STRATEGIA VINCENTE IN ASSOLUTO
Una strategia è funzionale all’ecosistema in cui viene usata.
Una strategia buonista contro tante aggressive sarà perdente. Non esiste un metodo in assoluto migliore o sempre vincente ma dipende dall’eco–sistema dove viene utilizzata, contro chi oppure dal “rumore” di fondo. A seconda di queste variabili il vincitore cambierà.
I nostri bravi matematici però hanno provato a capire se esistano regole universali.
Hanno replicato gli stessi test del torneo fuori da una situazioni di condizione perfetta ed hanno implementando alla simulazione aree grigie. tipo quando la risposta non è palese, quando non si capisce o viene solo supposta.
Può sembrare incredbile ma se la strategia vincitrice del torneo cambia i principi no.
Le best practise come essere gentili, perdonare, essere chiari e rispondere subito a un attacco premiamo di sempre più del seguire una strategia aggressiva.
CONCLUSIONI SUL DILEMMA DEL PRIGIONIERO
Il dilemma del prigionierio è un tema affascinante perché indaga su quesiti che riguardano sia i rapporti tra le grandi super potenze come decisioni personali tipiche di tutti i giorni.
Si tratta di un tema complesso con mille sfaccettature ramificate in diverse considerazioni: psico e sociologiche, comportamentali e anche organizzative.
Ho tratto gran parte delle informazioni per questo articolo dall’incredibile del canale youtube Veritasium:
Il video affronta il tema in maniera più approfondita il dilemma del prigioniero quindi vi consiglio vederlo interamente. È raro trovare contenuti di così alta qualità.
Se poi siete interessati a questi argomenti e volete estendere il ragionamento alla valutazione del rischio vi consiglio la lettura di Imparare a Rischiare di Gerd Gigerenzer, un testo fondamentale per comprendere al meglio come prendere decisioni consapevoli.
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