Se ancora non sapete in cosa consiste #PopularTalks sappiate che dovete rimediare e leggere già diversi articoli altrimenti mi INCAZZO.
Ma oggi sono particolarmente gentile quindi farò l’ennesima premessa a questa rubrica creata con l’unico scopo di innervosire i bulbi piliferi di Montemagno. #PopularTalks è una serie di interviste a persone sconosciute e che si trovano ad affrontare, in prima persona, tutti i classici problemi legati al denaro che ognuno di noi affronta.
Ascoltare la loro esperienza è un buon modo per capire i propri errori, trovare nuovi modi di concepire la vita e magari qualche trucchetto finanziario.
Tutti i nomi sono tarocchi per mantenere nascosta la loro identità ma è accuratamente selezionato per rappresentare una parte del loro carattere, oggi parliamo con Abramo.
Abramo è una persona speciale che ha affrontato una marea di avversità (peraltro in giovane età) ma invece di piangersi addosso ha sempre combattuto per vedere realizzati i suoi obiettivi. Personalmente è una delle persone che stimo di più al mondo e che guardo come riferimento nei momenti di fragilità, percui ciao Abramo!
Ti ringrazio della stima ma ti vorrei far notare che, pur nascendo da una famiglia di origine ebraica, mi sono convertito al cristianesimo per poter sposare in chiesa mia moglie.
Dillo a tua figlia che si è fatta pagare da Santippe per stare zitta!
Ehm…
Ecco appunto… ma andiamo alla ciccia e raccontiamo un po’ di te. La tua vita secondo me si divide in due segmenti diversi. Nella prima parte hai semplicemente cercato di sopravvivere vista le difficoltà economiche, la perdita di tutti e due i tuoi genitori entro i 20 anni ma hai reagito con grinta e hai lottato facendo qualunque lavoro per portare la pagnotta a casa, puoi fare un breve elenco dei lavori che hai svolto?
Allora… animatore estivo, strappabiglietti (do you remember?), cameriere ( in varie occasioni), commesso cioccolateria, McDonald’s (prima operatore poi responsabile), commesso Tiger, gelataio, disegnatore studio architettura, ufficio contabilità (do you remember?), tirocinio Geometra e alla fine disegnatore Junior
Decisamente hai fatto qualunque cosa per sopravvivere e ti sei rimboccato le maniche. In molti trovano umiliante il fare lavori di questo tipo tu ti sei mai posto questo problema?
…Diciamo due cose, la prima è che, come mi ha insegnato mia madre, non ci sono lavori umilianti, e il lavoro va rispettato e onorato, la seconda è che, umiliante o meno, ci sono dei momenti in cui hai delle responsabilità e devi farti andare bene quello che trovi in quel momento.
Cosa ti ha insegnato ognuno dei lavori che hai svolto? E come ti hanno formato?
Innanzitutto mi hanno permesso di vedere il mondo in modo molto più aperto e interconnesso di quanto lo vedessi prima, ho imparato le famose cross competence che tanto vengono declamate. In particolare il lavoro presso McDonald’s mi ha dato una forma mentis lavorativa importante, che spesso ritrovo e applico anche in altri momenti della mia vita, lavorativa e non; per tutti gli altri versi quello è stato uno dei lavori più segnati e faticosi che abbia mai fatto.
E da Mc Donald’s hai peraltro conosciuto tua moglie. Tra le altre cose era il tuo boss! Che sensazione si prova a portarsi a letto il capo?
Bhe vuoi mettere, non solo mia moglie era una dei capi, ma anche il più rispettato e uno dei più competenti nel suo lavoro, ho sempre apprezzato in modo particolare il suo modo di lavorare.
Parlando di mogli, secondo te Montemagno è un feticista dei piedi?
Aehm non so chi sia questo tipo…
L’incontro con tua moglie ha poi dato avvio a quella che ritengo la seconda fase della tua vita: quello della rinascita e della costruzione del futuro. Quanto è stata importante nella tua vita?
Si bhe, diciamo che ci siamo incontrati al momento giusto, eravamo abbastanza maturi e con abbastanza esperienze da capire che potevamo stare insieme con rispetto reciproco, una cosa sbandierata ma difficile da trovare veramente nelle coppie. In più lei è sempre stata un faro per me, la famosa metà della mela, mi ha spinto a cercare di migliorarmi, a tirare fuori un po’ di scheletri dall’armadio. Per esempio, è merito suo se io adesso faccio un lavoro che mi piace e per il quale ho studiato, senza il suo sprone a seguire la mia passione per design e architettura oggi probabilmente sarei ancora a friggere patatine. Ma d’altronde come si dice, dietro ad un grande uomo c’è una grande Donna (donna è con la D maiuscola apposta ;)).
Una delle cose a cui ti ha spinto tua moglie è stato quello di ricominciare a studiare. Hai fatto il classico con me, poi ti sei iscritto a giurisprudenza ma per contingenze storiche non hai potuto laurearti. Spinto da lei hai ripreso a studiare facendo le scuole serali da geometra e poi chiudendo con un master che ti ha portato al tuo lavoro odierno, ci parli nel dettaglio di cosa fai?
In questo momento sono impiegato presso un’azienda che realizza soluzioni espositive a 360° per grandi multinazionali; la cosa interessante è che il mio lavoro è un misto di progettazione, marketing, ma anche di reportistica e di budget management. Peraltro sono entrato in un mondo immenso che non conoscevo e del quale devo ancora esplorare tanto, oltretutto in un momento di cambiamento come questo che sta cambiando il modo di vivere l’esperienza dell’acquisto.
Trovato l’amore della tua vita, un lavoro soddisfacente e dato i natali alla prima peste bubbonica (anche nota come mia nipote) siete finalmente riusciti a vendere l’unico bene (una casa) che ti è stato lasciato dai tuoi genitori e avere un po’ di liquidità da parte. Hai sempre desiderato costruire una famiglia e il primo investimento a cui hai pensato è stato quello di comprare casa. Ci spieghi il ragionamento su questa scelta e perchè l’hai preferita ad altre soluzioni?
Diciamo che è sempre stato un mio pallino, in realtà da quando ero piccolo; La scelta è ricaduta su casa perchè di fatto era la spesa maggiore che dovevamo accollarci ogni mese, se faccio il calcolo e penso a quante migliaia di euro ho buttato in affitto mi viene da piangere. So bene che la casa è un bene che è soggetto a svalutazione (una cosa che quasi nessuno considera) però l’eliminazione della altre spese e il miglioramento della condizione di vita che abbiamo avuto è inquantificabile.
La casa l’hai dovuta pesantemente ristrutturare e hai usato le tue competenze per gestire in autonomia i lavori. Grazie ai tuoi studi e ai lavori che hai svolto hai fatto un capolavoro ristrutturando totalmente una casa di 170 metri quadrati con un budget di appena 60 mila euro. Ci racconti le difficoltà sia oggettive che psicologiche che si vivono nel ristrutturare una casa?
Sì sono stato abbastanza fortunato, come hai detto ho delle competenze tecniche che mi hanno permesso di snellire la fase progettuale sapendo cosa volevo, e come lo volevo, quindi la fase di redazione e presentazione del progetto è stata una sorta di formalità, al netto delle divergenze di vedute quando due persone si mettono attorno ad un tavolo per decidere; l’altra fortuna è stata che l’impresa con cui ho lavorato era l’impresa con cui ho fatto il tirocinio, che oltre a essere estremamente competente, mi ha permesso di interfacciarmi in modo veloce per risolvere ogni problema.Però la ristrutturazione è oggettivamente complicata, soprattutto se contemporaneamente si lavora/studia, ci sono 1-2 marmocchi che hanno ovviamente le loro esigenze, ci si ritrova ad un certo punto a dover passare intere giornate in ridenti negozi di bricolage o nella grande catene svedese del mobile (quante me ne avete fatte passare). E’ oggettivamente complicato, lo è stato anche per me che “sono del mestiere”; ovviamente noi abbiamo alzato un po’ l’asticella facendo tutto questo durante la pandemia 🙂
In qualità di confidente (da ambo i lati) la casa vi ha stressato molto a livello personale. La pandemia poi ha esacerbato una situazione già difficile, ragionando a posteriori cosa non faresti e cosa consigli di fare a chi si imbarca in questa impresa?
Si la pandemia come dicevo non ha aiutato, e comprare casa è stressante, dalla fase di ricerca a quella di acquisto e di eventuale ristrutturazione totale o parziale; tra le cose che non farei, sinceramente tratterei in modo più deciso e duro con l’agenzia immobiliare, una categoria con la quale non vado particolarmente d’accordo a parte rare eccezioni, e pretenderei un incontro con il venditore di persona per chiarire alcune cose prima di sottoscrivere alcunché. Inoltre prima di procedere consiglio a tutti di fare un giro in banca in modo da avere una sorta di pre autorizzazione al mutuo da accendere, e soprattutto farsi un bello schema excel con tutte le spese che vanno sostenute ogni mese e valutare nel dettaglio se l’operazione è fattibile.
In fase di ristrutturazione sconsiglio vivamente di affidarsi ad aziende improvvisate o che non vi danno sicurezza (es. tutti i documenti in regola, correttezza nel rispetto dei tempi etc.) anche se è difficile capirlo da fuori.
Qualche mese fa è nato anche il secondo pupo, una sorta di terremoto inarrestabile e la famiglia è ormai al completo. Oggi, date le difficoltà che hai incontrato nella vita, ti senti soddisfatto di te stesso e di quello che hai realizzato? Quali sono i tuoi piani per il futuro?
Si, devo dire che sono abbastanza soddisfatto. Spesso penso a me stesso come a un naufrago finito su un isola deserta e che oggi si trova ad avere un sicuro e bel riparo sulla testa, una bella famiglia e riesce a tenere botta. Poi certo, Maslow insegna che ogni soddisfazione porta ad un nuovo bisogno, e già sto guardando al futuro, vorrei arrivare alla laurea che mi manca, magari in architettura, vorrei vedere il futuro dei miei figli assicurato. Diciamo che sono soddisfatto del gradino dove sono e fiducioso nell’affrontare il prossimo.
A livello finanziario tu e tua moglie come state gestendo le vostre entrate e quante sono le spese e le difficoltà nella gestione di una famiglia?
A livello finanziario noi abbiamo una sorta di memorandum su quelle che sono le spese fisse, e un budget di massima per quelle variabili (spese/bollette/benzina).
Le spese con due figli piccoli sono tante, soprattutto quelle legate alle scuole, che assorbono una parte importante del budget, oltre ai prodotti per il piccolo che però sappiamo tra qualche anno andranno a ridursi, ma solo per incrementare le spese alimentari visto quanto mangia.
La difficoltà sta nel fatto che essendo responsabile di altre persone non puoi permetterti di dire “vabbè questa sera mi arrangio” quindi hai in testa l’equivalente della radiazione di fondo dell’universo, “hai pensato ai bambini?hai pensato ai bambini?hai pensato ai bambini?…”
Sei la mia anima gemella per molte cose ma soprattutto per l’abnorme uso di Excel, hai letto questo articolo? Tu che schemi usi?
Si certo, leggo sempre il tuo blog e li ho trovati molto utili. Io sono effettivamente un feticista di excel, a tal punto che quando pronuncio ex.. mio moglie già sgrunta (“sgrunta, voce del verbo fare sgrunt”); ho apprezzato per la prima volta la sua duttilità lavorando…. al Mc.. avevamo un file utilissimo per tenere traccia di un sacco di cose, dopodichè ho apprezzato in modo esagerato un file di Budget che ben ricordiamo entrambi,e infine me lo sono ritrovato come uno degli strumenti principali nel mio attuale lavoro. Per farti capire che schemi uso ti racconto questa: il nostro lavoro prevede tra le altre cose anche la creazione di liste di componenti da vendere al cliente, da inserire in un file excel particolarmente complicato e macchinoso; quando sono arrivato questo lavoro veniva svolto a mano, dalla progettazione fino alla compilazione di tutti i dati, grazie ad excel, e al fatto che era stato fatto un database di tutti i componenti, unito alle funzionalità di esportazione tra programmi sono riuscito a generare un tool di creazione di dati automatico, che riduce sensibilmente sia il tempo da spendere a fare data entry (una delle cose più improduttive e pallose del mondo), sia il margine di errore, poiché la lavorazione dei dati avviene solo alla sorgente (questo viene dal mc “un passo un secondo”)
Ultima domanda: cosa vuoi dire alle persone che vivono situazioni difficili (economiche e personali) e a quelli che si piangono addosso per qualsiasi cazzata?
Che le situazioni difficili ci sono sempre, e ci sono per tutti, ma se sapete che c’è una soluzione in fondo al tunnel dovete solo tenere duro per arrivarci e cercare di non affogare lungo il percorso. Se invece una soluzione per arrivare dove volete voi non c’è o non c’è più bisogna andare avanti e trovare un altro obiettivo che ci permetta di stare bene. E dobbiamo tutti ricordarci di cosa abbiamo in comune con il mondo (sia che ci chiamiamo Jeff Bezos o Montemagno):la quantità di tempo a disposizione ogni giorno. Cerchiamo di spenderla nel miglior modo possibile, con le persone a cui vogliamo bene e non per piangersi addosso, ma per trovare soluzioni.
Abramo ti vorrei fare molte altre domande ma credo sia il caso di chiudere visto che parliamo da 6 ore. Spero solo che i lettori abbiamo carpito la tua “fame” e il tuo spirito combattente. E spero anche che abbiamo un “Abramo” come amico perchè, nella vita, è più importante avere accanto persone che si stimano profondamente piuttosto che il garage pieno di Ferrari.
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