Ho deciso di riesumare le interviste finanziarie di PopularTalks perché credo sia importante conoscere come le persone si approccino al denaro… si esatto, non ho idee.

Con gioia quindi vi presento l’ospite di oggi Nicola Protasoni!

Non solo mi risparmierà tempo e materia grigia per pensare a nuovi argomenti del blog ma è anche uno che lavora nella finanza. Voi già lo conoscete in quanto è l’apprezzato autore dell’articolo sull’estinzione parziale del mutuo oppure lo avrete sentito nominare.

In effetti è praticamente ovunque! Nicola è infatti stato ospite di Mr. Rip, di Incassaforte, ha fatto live con il grande Bowman su Financedrip e con l’amabile Giovanni di Comediventarericco.

Inoltre scrive su BankerOnWheels e sul suo blog ItalianLeatherSofa.

intervista a nicola protasoni

Hai visto che lettori Nicola? Ormai sei una super star del web finanziario!

Sono lo Sean Paul del personal finance Italiano. Questa la capiamo in 3 ma almeno settiamo da subito il tono dell’intervista.

Sei ovunque e a volte ho paura di incontrarti in cucina. La domanda a sto punto è: ma dormi o è tutta una strategia di tua moglie per non averti tra i piedi a casa?

Ho la sensazione di piacere di più ad altri content creator che al pubblico in generale. Forse perché ormai siamo tutti content creator? O sono io che non so usare Google Analytics? Chissà…

A volte penso che la mia sia una strategia inconscia per farmi licenziare, visto che parte del tempo arriva da lì.

Poi da quattro anni il mio tempo libero è legato all’agenda dei miei figli: dovevo trovare un modo per tenere il cervello occupato mentre li spingo sull’altalena.

Insomma, se non sono in ufficio, sono in casa e faccio un po’ di necessità virtù.

Si vabbè ma non mi ha risposto: lo fai per fare brand awarness personale oppure così, per farlo?

La risposta phiga è che lo faccio per creare opzionalità. 

A essere onesti non può essere chiamato brand awareness perché parecchio del mio output segue la filosofia di René Ferretti; infatti quando mi taggano su LinkedIn ho una paura fottuta.

La realtà è che sono in quella fase in cui non ho più una vita (mia) e sia io che i miei amici siamo stufi di parlare di bambini: la maggior parte del tempo arriva da lì. Quando avevo trent’anni ho fatto tipo 4 anni di fila in cui non ho passato nemmeno una sera a casa mia da solo, sempre fuori. Anche con mia moglie, era abbastanza raro che passassimo due weekend di fila a dormire nello stesso posto (insieme, eh).

Il blog mi ha permesso di trovare altre persone che condividono i miei interessi e con le quali posso avere una relazione “diversa”: non è che Giovanni mi rompe i coglioni se non gli scrivo per un mese (anzi, probabilmente è contento). E considerato che non ci siamo mai visti di persona, il fatto che ora vivo a Zurigo e non a Londra non ha cambiato nulla.

Sono interazioni che anziché capitare offline sono pubbliche, con annessi vantaggi e svantaggi. 

Sugli amichetti online ti capisco, è sempre difficile trovare sintonia intellettuale su certi temi! Ma torniamo un attimo indietro però, che fai nella vita? A differenza di tanti cialtroni (come me) tu lavori davvero nel settore finance.

Ho iniziato facendo due piccole esperienze in una SGR e in una “banca d’affari”. Ho pure lavorato ALLO SPORTELLO per un po’ di mesi. In realtà, ho passato la gran parte della mia carriera nel magico mondo della Corporate Treasury: il padel della finanza.

Aspetta… che cazzo è il Corporate Treasury? 

Detto in maniera cafona, Corporate Treasury significa gestire la parte relativa ai “soldi” per una società, quindi incassi e pagamenti, rischi finanziari (cambio, tasso), regolamentazioni varie, debiti e finanziamenti, etc.

Ehi! Sono riuscito a non usare nemmeno un termine in inglese, incredibile!

Ti faccio recapitare una medaglietta dalla Meloni! In generale avevi un interesse sul settore oppure ci sei capitato?

Ho sempre avuto il bug per la finanza ma senza l’intelligenza e/o la perseveranza e/o lo spirito d’iniziativa per farlo veramente. La prima opportunità in Corporate Treasury é capitata per puro caso ed è stata pure l’occasione per lasciare l’Italia.

Lo consigli come lavoro?

È un lavoro più normale che vivere o morire del proprio P&L e basta. 

Se lo fai per società grandi, la varietà di problemi che devi risolvere (nel senso positivo del termine) è straordinaria; e ti permettono di farlo senza dover perdere i capelli o spiegare a quella che ti sei portato a casa perché non sai come funzionano i fornelli nella tua cucina [hint: perché non mangi mai a casa].

Ma è pure un lavoro simile al peggior investimento possibile: si accorgono di te solo quando qualcosa va storto (no upside, only downside). Paradossalmente il ruolo assume molta visibilità quando la società per cui lavori sta andando molto male, perché ad esempio c’è troppo debito, e allora chi lo gestisce diventa importante. Esistono anche società con un management lungimirante che capisce che anziché essere solo un costo, quel ruolo può’ essere anche una risorsa. 

Insomma, dipende dove lo fai e con chi lo fai.

Vabbè è tipo come qualsiasi lavoro in Italia. Questo mestiere quali lezioni ti ha insegnato sulla finanza personale e l’investimento?

In realtà quello che ho imparato per gli affari miei sugli investimenti è quello che mi ha sempre salvato sul lavoro. 

Mi ha parato il culo perché compensa tutte le altre lacune che mi porto dietro.

Se mi ha insegnato qualcosa, è che c’è un sacco di gente che ha a che fare con tanti soldi, ed è pagata di conseguenza, a cui mancano persino i concetti base. Ma i bias li ha tutti. Ricevere indicazioni di vendere ai minimi/comprare ai massimi è un classicone della mia carriera (e non parlo di gente che professa all’altare del trend following). Se certi concetti, ad esempio cosa genera un rischio valutario e che funzione ha un hedge (copertura), fanno fatica a capirli loro non c’è da stupirsi che non lo capiscano gli investitori retail.

Una volta ho avuto come capo uno che alla fine di ogni mese mi chiedeva: “allora quanto abbiamo guadagnato con gli hedge?”

Un attimo che devo sedare la mia curiosità: nonostante tu sia lombardo sei simpatico… come è materialmente possibile?

Semplice, non sono simpatico. Anzi, faccio parte della categoria peggiore, quelli che vogliono essere simpatici ma non lo sono.

Ah ok, tutto marketing. Comunque sei emigrato presto, per anni hai vissuto a Londra e ora sei in Svizzera quindi sei un po’ fuori dai drammi italiani, come vedi il belpaese da expat?

Hai dimenticato quel gran posto che è il Lussemburgo.

Diciamo che ho aperto gli occhi a un sacco di persone che mi dicevano “oh L’Italia! Vorrei tanto andare a viverci!”. Ho dei valori che non sono esattamente mainstream in Italia, il Paese ha scelto Pio e Amedeo e io ho scelto altro. Mettiamola così, senza rancore.

Se possibile, ho dei sentimenti più forti verso gli inglesi che con la Brexit hanno rovinato per sempre quello che secondo me era un luogo molto speciale e unico al mondo: Londra. Comunque l’anno prossimo non voterò.

A livello di finanza personale l’Italia è in fondo a tutte le classifiche internazionali, tu quali pensi siano i problemi maggiori?

Il problema maggiore sono i salari.

Senza uno stipendio adeguato, è inutile fare alcun ragionamento a livello di finanza personale. A livello culturale, mi stupisce sempre la rilevanza che hanno la casa e “le” bond, come li chiamano su FinanceDrip.

Pero’ capisco da dove viene, è solo che il mio cervello ci mette un po’ a ri-adattarsi, tipo quando non devo più ricordarmi di ordinare un “espresso” ma posso semplicemente dire “caffé”.

Quella italiana è una realtà che vivo al massimo di riflesso, perché una parte della mia famiglia e alcuni amici vivono lì. Mi sa che il mio parere lascia un po’ il tempo che trova.

Vabbè ma ci sei nato e avrai la tua idea, che facciamo tutti gli Schettino?

Nel senso di scappare dalla nave che affonda? Penso che quelli che scappano siano tra i pochi che si sono resi conto di dove la nave stia andando ma, in questo caso, non hanno mai avuto l’opportunità di dirigerla.

Chiaramente però c’è un gap culturale, dai!

Non penso che il gap a livello di conoscenza finanziaria in Italia sia più alto che altrove. Il problema in Italia è “il sistema”, vedi ad esempio come sono tassati gli ETF.

È un sistema senza senso, che pensa di punire “il capitale” quando invece quel capitale sta comodo altrove e invece punisce la gente normale che vuole risparmiare. Il tutto in un contesto in cui l’evasione invece è premiata. Dal punto di vista del singolo, la soluzione ottimale è quella di non partecipare al gioco e andare altrove, easy peasy japanese.

Sembra che la tassazione sugli ETF la modificheranno comunque 😛 Mi hai fatto pensare a una cosa: tanti imprenditori italiani sono laureati in giurisprudenza, non credi sia rappresentativo di un modo di fare impresa? Più attenti ai cavilli legislativi che a quelli economici?

L’indole da imprenditore non te la insegna nessuno; in altre parole, non penso esista la laurea “giusta” per fare l’imprenditore. Forse l’università della strada? E qui non voglio essere ironico. Ovviamente l’idea dell’imprenditore che fa drop-out é un mito del ca**o: non ti serve una specifica laurea ma una laurea e almeno 10 anni di esperienza lavorativa si (googolatevi le statistiche). L’aver lavorato ti insegna come funziona il mondo. 

Quindi conta più il lavoro vero sul campo… la tanto nota università della strada?

Si, e per università della strada intendo una capacità di problem solving non comune, molto spesso forzando le regole. 

Insomma, quello che Bronn a un certo punto dice al nano in Game of Thrones: “puoi fare il sofisticato finché vuoi, ma sicuro almeno uno dei tuoi antenati è stato spietato”. 

Se fossi bravo in statistica ti direi di guardare il base-case: se in Italia c’è molta più gente che si laurea in giurisprudenza, mi aspetterei di vedere più imprenditori con quella laurea. Occam razor bitches.

Parliamo d’altro! In un guest post su Banker On Wheels hai parlato di cialtroni del web attaccando un creator che conosco personalmente. Ho riso molto e ti ringrazio. Al netto dei miei affari personali perché queste persone affascinano così tanto?

Pensavo che lì i cialtroni fossero du….a no, scusa. 

Affascinano perché quello è il loro mestiere. Lo storytelling e la comunicazione sono elementi importanti nel “business degli investimenti”. 

I cialtroni sono quello che succede se ottimizzi solo il lato comunicazione e dimentichi tutto il resto. Pure se sei Steph Curry (ma uno Steph che per strani motivi non ha voglia di giocare tra i Pro), hai voglia a insegnarmi a tirare come fai tu…insomma, c’è comunque un concorso di colpa tra quello che vende il sogno e quello che lo compra.

Fun fact, lo sapevi che Michelle “Jen di Dawson Creek” Williams è figlia del famoso cialtrone Larry Williams? Una volta a Londra è venuto a trovarci un compagno di scuola di mia moglie che era appena andato a un raduno (come si chiameranno?) di Tony Robbins.

Mi sono sentito finalmente maturo quando ho realizzato che la serata era finita e non gli avevo nemmeno fatto lo scherzo “ehi, alzi un attimo il braccio a 90 gradi col gomito piegato?” per mandarlo affanculo.

A sto punto quali creator ritieni validi e consigliabili? Italiani e anche stranieri eh! 

Bknsty aka Matteo Lenardon e La Ragione di Stato (L’ho scritto solo perché magari ti leggono e voglio conoscerli).

Il vero consiglio è: imparate l’inglese e allargate gli orizzonti.

Se l’ho fatto io giocando a Magic, non avete scuse. Appuntamenti imperdibili per me sono il substack Moontower (Kris Abdelmessih), il podcast Pirates of Finance (Corey Hoffstein e Jason Buck) e qualsiasi intervento di Cem Karsan.

Nel caso ci sia qualche malato all’ascolto che vuole approfondire.

Altrimenti, il meglio che si può’ trovare (l’unica eccezione che mi viene in mente ora è Carlo Rovelli) sono dei second-best, gente che prende concetti e idee non sue e poi le rigurgita in un’altra lingua, tipo…

Ehilá! Io qua non l’ho nominato ma sento odore di Montymagnus!

Bisogna rivalutarlo perché anche lui ha vissuto a Gallarate. 

Solidarietà Monty. Poi vabbé, se sei libero di vivere dove vuoi e scegli Brighton, un problema ce l’hai.

In un mondo in cui l’unica risorsa scarsa è il tempo, provo pietà per quelli che leggono quello che scrivo. Scusate. Cosi capite che il primo da evitare sono io, non è una critica a nessuno e nemmeno una roba alla Stannis. Il discorso sull’inglese è semplicemente legato a questo: là fuori c’è gente che merita veramente e, visto che loro han vinto la guerra, si scrive in inglese. Auto-limitarsi è stupido.

Ma invece a livello personale come gestisci il tuo patrimonio? Come investi davvero?

I soldi bloccati nei secondi pilastri pensionistici (al plurale perché un po’ sono rimasti bloccati in UK) sono investiti al 100% in un MSCI World tracker ETF.

Quelli “liberi” sono investiti in una modalità molto simile a quella che descrivo nel Model Portfolio sul mio blog. La struttura è esattamente quella ma uso più di 4 ETF per diversificare. Le maggiori differenze rispetto ai lazy portfolio che si trovano in giro sono l’uso della leva e ETFs legati a strategie Managed Futures e Tail Hedging.

Ho un po’ di (un)fun money investiti in p2p lending, crypto e start-ups. Machetelodicoafare, ho un blog apposta che parla, in maniera assolutamente disordinata, di questa roba qui. (non) Leggetelo.

Data la tua esperienza lavorativa e personale cosa consiglieresti di fare a chi è alle prime armi? C’è qualcosa da evitare assolutamente? 

Se uno è alle prime armi, evitare tutto quello che non è semplice. 

Il consiglio è ovviamente quello di imparare il più possibile. Non perché sia una roba divertente ma perché è una delle poche cose con cui tutti dobbiamo avere a che fare. 

Se non vi basta come motivazione, l’alternativa è che qualcuno se ne approfitterà. Vi piace buttare i soldi nel cesso?

Tanto se siete su questo sito avete già capito come funziona.

Parlando di gente alle prime armi vuoi commentare il mio portafoglio da autodidatta?

Non te lo commento cosi’ magari ti convinci a venire sul canale di Giovanni a parlarne 🙂

Ti butto lì questa eresia, che ovviamente richiederebbe più delle 4 righe qui per essere spiegata bene: mettere un 15% diviso 50 stocks /50 bonds in 2 etf a leva.

Hai collegato il monitor nuovo dopo che hai spaccato quello vecchio?

Secondo me il cheat per uno che vuole recuperare, sa quello che sta facendo (66% max drawdown) e ha un orizzonte lungo esiste.La strategia si chiama “hedgefundie excellent adventure”.

È pure possibile che per come sono tassate le cose in Italia non abbia senso: il fulcro è ribilanciare spesso e quindi si generano parecchie plusvalenze. Pero’, se ne vuoi parlare sai dove trovarmi (Raph di Bankeronwheels la considera una roba da cialtroni).

Considera mi si è rotto lo schermo dello smartphone nuovo! Mi è venuto pure il senso di colpa perchè piscio sempre le live del buon Giovanni quindi non ho più domande, chiudiamo che dici? Hai qualche consiglio last minute da lasciare ai lettori del blog?

Grazie mille per l’opportunità e per avermi fatto visitare la cucina di casa tua, non mi sarei aspettato le piastre a induzione da un taccagno come te.

Ci voleva un sito come il tuo, veramente. 

Una cosa che ti ho sempre invidiato è stata l’idea delle interviste a quelle di OnlyFans e sono contento di poter dire finalmente che ci sono anche io! (no, ospite di PopularTalks su Finanza Cafona, non su OnlyFans, che avete capito?)

Virgin Interviste false di Scalfari vs Chad associazione a Onlyfans. Come sempre regno sovrano nella cialtronaggine! Grazie Nicola e ciao taccagni! 

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FinanzaCafona

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Sono un povero come te che scrive la maggior parte degli articoli di questo blog. Non mi dare troppo retta perché sono un fesso senza studi economici o finanziari però, se vuoi, puoi amarmi.

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