Il web offre milioni di informazioni sulla previdenza complementare e su questo sito c’è un articolo molto esaustivo sul tema pensione integrativa.

Basta avere la volontà di cercare un po’ di informazioni e metterle in pratica in base alla propria situazione personale ed è fatta. Fine dell’articolo (magari). 

Allora mi sono chiesto:

Perchè dovrei parlarne io?

In fondo sto già contribuendo largamente al mio fondo pensione e applico quasi alla lettera tutti gli obiettivi finanziari che mi sono posto nel tempo.

Per non parlare del fatto che gli strumenti messi a disposizione non è che siano centinaia, si tratta di scegliere tra 3 tipologie di strumenti: fondi chiusi, aperti e piani individuali pensionistici. Stop. 

Bene, ma non ho ancora risposto alla mia domanda. 

Il mio punto di vista è leggermente differente dalla maggior parte di quanto ho letto fino ad oggi: non sono un lavoratore dipendente né un professionista, sono un datore di lavoro (ahimè) ed è questo dettaglio a rendere diverso il mio sguardo sulla questione.

Se poi lo si mischia al fatto che lavoro nel settore della formazione e della comunicazione ecco che esce fuori un mix perfetto fatto di buoni consigli (spero) e qualche supercazzola

Nutro una piccola passione per la finanza personale e per i temi legati agli investimenti e al risparmio, anche se non mi definirei un taccagno (come si suol dire su finanza cafona), ma piuttosto un ex-spendaccione nato praticamente povero che ha fatto qualche quattrino e ha imparato a gestire i soldi non senza errori.

Durante l’ultimo anno ho parlato molto del tema previdenza complementare con i miei collaboratori. La voglia era quella di dare qualche buon consiglio sulla gestione del tfr. 

L’ho fatto senza impormi ma cercando di far comprendere quanto sia importante una scelta consapevole in tema di previdenza complementare. 

Mi sono rimboccato le maniche e partendo dal sito COVIP ho spiegato passo passo tutto quello che c’è da sapere su questo importante tema.

Devo dire che sono rimasto davvero soddisfatto dal fatto che tutti i lavoratori dipendenti abbiamo scelto di aderire a un fondo pensione in forma collettiva condividendo una scelta libera e consapevole. Ancora una volta mi hanno fatto sentire orgoglioso di loro.

L’obiettivo non è aggiungere qualcosa, il signor cafone ha già detto tutto quello che c’è da sapere sulla pensione integrativa, piuttosto contribuire a dare un contenuto extra.

STEP 1. INFORMARE TUTTI I LAVORATORI


Ho iniziato a parlare in azienda di fondi pensione un anno prima che i nostri collaboratori prendessero una decisione concreta. 

Avrei potuto semplificare le loro vite servendo su un piatto d’argento la soluzione più consona alla loro situazione finanziaria tuttavia ho preferito scegliere la strada più tortuosa della formazione.

Ammetto che non è stato semplice, quando si parla di finanza personale le conoscenze generiche purtroppo sono sempre molto basse, figuriamoci per la previdenza complementare. 

Nella nostra azienda approfittiamo dei momenti di pausa per stare un po’ insieme e scambiare idee e opinioni sui diversi temi. Solitamente condividiamo questi momenti per mezz’ora la mattina e mezz’ora al pomeriggio e molti dei nostri successi si sono realizzati tra una pausa e l’altra. 

In questo spazio ho cominciato piano piano a spiegare qual’è la differenza tra fondi chiusi, aperti e pip e ho invitato tutti a visitare il sito della COVIP per comprendere passo dopo passo il funzionamento del sistema previdenziale. 

Durante le giornate ne approfittavo sempre per fare qualche domanda del tipo “oh, ma hai visto il fondo xtz” per assicurarmi che tutti (chi in maniera maggiore chi minore) si interessassero all’argomento. 

Il motivo principale non era quello di ottenere un ritorno economico o un profitto, ma quello di motivare i collaboratori ad avere il meglio. Spingerli attraverso esempi pratici e casi studio a rendersi conto di quanto piccole scelte possano fare nel tempo una grande differenza.

Il vero obiettivo era ed è assicurarsi il loro bene e le migliori condizioni lavorative e finanziarie per poter svolgere i propri compiti nel migliore dei modi: credo fortemente che un lavoratore di qualsiasi livello debba trarre il massimo della soddisfazione dal proprio lavoro, i datori di lavoro sono i primi responsabili di questo processo.

I vantaggi di aderire ad un fondo pensione sono palesi anche se capirne il meccanismo e funzionamento non è così semplice e richiede un po’ di impegno.

Lo ammetto, non è stato facile introdurre l’argomento.

Non siamo una grande azienda ma già 10/12 persone possono avere idee diverse l’uno dall’altro rendendo ancora più complicato l’approccio all’argomento. In fondo si stava parlando dei loro soldi, del loro salvadanaio. 

Le reazioni sono state inizialmente diverse. C’era chi masticava un po’ di finanza personale e ha accolto subito con piacere il nostro impegno.,altri invece sono stati un po’ restii ma confrontandosi sia con me che con i colleghi, e soprattutto informandosi anche individualmente, hanno accolto favorevolmente l’opportunità.

Qualcuno di noi (compreso io) aveva già un PIP, e forse è stato questo l’aspetto più determinante: il confronto tra i fondi chiusi, aperti e i PIP mi ha servito l’assist per dimostrare quanto fosse conveniente per tutti stabilire un accordo collettivo.

L’approccio alla previdenza complementare è servito molto a tutti anche perchè ha aperto alcuni spunti di riflessione sulla finanza personale che hanno permesso a molti collaboratori di cambiare atteggiamento sull’argomento “denaro”.

C’è chi è passato da una gestione disordinata a organizzata, introducendo anche altri tipi di investimento e cominciando a ragionare per obiettivi e non a vivere di stipendio in stipendio. 

Esiste poi il fattore TFR, sacro per un lavoratore e che però viene spesso interpretato male. Parlando con diversi lavoratori anche di altre aziende, mi sono reso conto che per un lavoratore il TFR è come un piccolo salvadanaio da non toccare assolutamente, quasi non da non considerare. 

Il fatto è che molti lavoratori non sanno una cosa: non c’è realmente alcun vantaggio nel tenere il TFR in azienda. Per lo più le aziende sono libere di usare quelle somme a proprio piacimento senza subire un reale controllo o verifica sulle somme accantonate. 

Mettendole in un fondo pensione invece si lascia la gestione in mano al mercato e al profilo di rischio scelto. Insomma si è padroni del proprio denaro.

STEP 2. LA SCELTA DEL FONDO PER LA PENSIONE INTEGRATIVA

Come siamo arrivati a scegliere il fondo adatto a noi? 

Come già saprete avendo letto gli articoli di questo blog sui fondi previdenziali ne esistono di 3 tipi: 

  • Fondi pensione chiusi 
  • Fondi pensione aperti
  • Piani individuali pensionistici (PIP)

Abbiamo volutamente eliminato come opzione i PIP, un prodotto inefficiente e troppo legato al solo mercato italiano. Come azienda avevamo la possibilità di aderire anche ad un fondo chiuso molto famoso: FON.TE.

Fon.te è un fondo pensione complementare rivolto alle aziende del terziario (commercio, servizi, turismo). Rispetto alla media ha un ISC (Indice Sintetico dei Costi) più basso ma a discapito dei comparti di investimento parecchio conservativi.

Il fondo Fon.te infatti:

  • Offre 4 comparti di investimento, quello con la quota azionaria più alta investe il 60% in azioni e il 40% in obbligazioni. L’età media nella nostra azienda è di 28 anni e considerando il periodo temporale estremamente lungo, abbiamo preferito avere la possibilità di aumentare la quota investita in azioni. 
  • Aderire ad un fondo chiuso consente di ottenere un versamento integrativo da parte dell’azienda ma questo aspetto è superabile in quanto il versamento aggiuntivo può essere stabilito nell’accordo collettivo e i lavoratori devono avere almeno gli stessi vantaggi previsti dal fondo chiuso di riferimento. 

Alla fine abbiamo optato pe run fondo aperto, Amundi Seconda Pensione.

L’ho scelto perché:

  • COSTI: in base alle tabelle COVIP detiene un ISC davvero basso rispetto ad altri fondi aperti
  • COMPARTI: con opzioni più redditizie rispetto ai comparti della concorrenza e con con comparti fino all’80% composti da azioni
  • FLESSIBILITÀ: anche nel caso i collaboratori lasciasserò l’azienda potrebbero continuare ad usare questo fondo pensione per i loro versamenti. Una piccola comodità extra
  • ESG: i fondi vengono investiti rispettando i fattori ambientali, sociali e di governance 

Una volta individuato il fondo mi sono subito attivato per proporre un’adesione collettiva in grado di offrire gli stessi vantaggi (se non migliori) rispetto al nostro fondo chiuso di riferimento.

In particolare, oltre alla possibilità di depositare sul fondo pensione il TFR, abbiamo garantito come azienda l’1,5% della RAL annuale a fronte di un versamento volontario dello 0,5%. Altro aspetto molto comodo per tutti è stato quello di trattenere le somme direttamente dagli stipendi così da consentire a tutti gli aderenti di non dover pensare periodicamente a fare un bonifico ma di incaricare l’azienda a farlo per conto loro.

All’atto pratico quello che ho fatto a quel punto è stato molto semplice.

Ho scritto ad Amundi e ho trovato davvero un ottimo supporto per tutte le fasi relative all’adesione. Avevo già sentito anche altri “fornitori” ma tutti avevano lo stesso approccio commerciale aggressivo e pieni di costi evitabili. 

Amundi mi ha stupito. Non c’è stato nessun approccio dei classici promotori delle reti vendite, ho invece trovato consulenti molto preparati e disponibili ma soprattutto pazienti. Sono un notevole rompiballe ancor più quando devo proteggere gli interessi dei dipendenti e i consulenti di Amundi hanno sempre tenuto duro nonostante le miriadi di mail e chiamate che ho fatto.

BENEFICI DELLA PREVIDENZA COMPLEMENTARE PER AZIENDA:

  • Esenzione dal Fondo di Garanzia INPS: Le aziende che destinano il TFR alla previdenza complementare sono esonerate dal versare lo 0,20% della retribuzione imponibile dei dipendenti al Fondo di Garanzia INPS, che copre il TFR in caso di fallimento del datore di lavoro
  • Esenzione dalla Rivalutazione Annua del TFR: Ogni datore di lavoro è obbligato a rivalutare annualmente il TFR trattenuto in azienda dell’1,50% più il 75% dell’indice dei prezzi al consumo ISTAT. Versando il TFR alla previdenza complementare, l’azienda è esentata da questa rivalutazione

Il TFR versato alla previdenza complementare è investito in un fondo a lungo termine, fiscalmente agevolato, migliorando la sicurezza finanziaria futura del lavoratore.

Il vero beneficio per un datore di lavoro (secondo il mio modestissimo punto di vista) è sull’atteggiamento virtuoso dell’azienda nei confronti dei propri collaboratori.

CONFRONTO FON.TE VS AMUNDI SECONDA PENSIONE

FON.TE ISC

COMPARTOISC a 35 anni% AZIONI % OBBLIGAZIONI*
SVILUPPO0,17%25%75%
CRESCITA 0,20%40%60%
DINAMICO 0,23%60%40%
CONSERVATIVO0,93%<25%>75%
Dati dei comparti e degli ISC
* obbligazioni governative, corporate e fondi monetari

AMUNDI SECONDA PENSIONE ISC

COMPARTOISC a 35 anni% AZIONI % OBBLIGAZIONI
BILANCIATA0,71%tra 20% e 40%Max 80%
ESPANSIONE 0,86%tra 65% e 95%Max 20%
GARANTITA0,76%max 25%fino al 100%
PRUDENTE0,65%Max 30%Max 80%
SVILUPPO0,76%tra 35% e 65%Max 65%
Dati dei comparti e ISC

FON.TE VS AMUNDI SECONDA PENSIONE: RENDIMENTI MEDI ANNUI(%)

FONDOCOMPARTO2022Ultimi 3 anniUltimi 5 anniUltimi 10 anniUltimi 20 anni 
Fon.teconservativo-7,59-2,68-1,46 0,23 n.d.
sviluppo -10,54-0,87 0,522,17n.d.
crescita-12,08-0,361,573,59n.d.
dinamico-11,461,232,545,05n.d.
Amundi Seconda Pensioneprudente ESG-7,58-1,50-0,500,921,54
bilanciata ESG-11,86-0,640,752,963,36
sviluppo ESG-10,891,131,934,384,05
espansione ESG-8,56 3,993,675,794,99
garantita ESG-5,17 -1,74-0,960,56n.d.

STEP 3. IL RISULTATO FINALE

A questo punto i dipendenti sono stati formati e il fondo pensione di Amundi Seconda Pensione era attivo… come hanno reagito in ufficio?

Direi bene. Tutti hanno aderito al fondo e molti hanno aggiunto quote volontarie. Ora, in azienda, siamo tutti più consapevoli e “protetti”(lo spero) dalle trappole di consulenti poco scrupolosi. 

Ognuno ha fatto una scelta cosciente con la propria tolleranza al rischio anche se la maggior parte ha preferito aderire al programma life cycle, una soluzione che ribilancia automaticamente i comparti in base all’età dell’aderente.  

Personalmente, sono molto soddisfatto e orgoglioso della scelta fatta dal mio team, la fiducia che hanno riposto in me poi è la miglior ricompensa.

Spero di avervi dato una visione differente della questione fondo pensione.

Si guarda spesso al lato personale ma non si comprende a fondo come questa scelta riguardi anche l’altra controparte… il datore di lavoro! 

Anche l’attenzione di quest’ultimo nel fornire i migliori servizi ai propri collaboratori dovrebbe essere un indice per capire la solidità e il valore dell’azienda in cui si lavora.

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Sull'autore

Domenico

Stagista Ricco

Sono un imprenditore digitale, investitore, appassionato di finanza, sport e American bbq! Scrivo su Finanza Cafona perché... si!

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