Il desiderio segreto di ogni persona è quello di scoprire come vivere senza lavorare, automatizzando le entrate con una rendita passiva e facendo poco o pochissimo se non godersi la vita.
Avrete sentito questi termini mille volte su Instagram, sulle ADS di Facebook e a ognuno di voi sarà capitata qualche pubblicità di Guru che millanta la creazione di un nuovo metodo per raggiungere questo obiettivo (dal dropshipping al day trading).
Non è impossibile creare una rendita passiva ma i corsi inutili che vi vendono non tengono mai conto di un piccolo particolare:

In problema non è tanto la quantità di tasse ma in come funziona il sistema fiscale italiano (tipo il regime forfettario).
Tutte le tecniche di guadagno passivo (se fa pe’ dì poi) come il blogging, affiliazioni, dropshipping, day trading, instant book, consulenza, podcasting, affitto su Airbnb arrivano dal mondo americano.
La società americana è molto diversa da quella italiana, ciò è particolarmente evidente nei casi di micro impresa.
Purtroppo i guru emiratini con la loro Lamborghini affittata questo non ve lo dicono e vi propinano corsi millantando risultati folgoranti in breve tempo.
In alcuni casi vi fanno finire in degli Schemi Ponzi, in altri vi inculano o vi fanno sentire un coglione per 10 anni.
Oggi voglio portare un po’ di realtà a chi vuole avviare dei business secondari. Attività che, spesso, non sono è neanche conveniente cominciare.
RENDITA PASSIVA CON LE AFFILIAZIONI TRAMITE BLOG O YOUTUBE
Diciamo che siete molto bravi a scrivere, avete una bella idea editoriale e decidete di aprire un blog.
Col tempo il pubblico vi premia e decidete di monetizzare il vostro successo avviando delle campagne di Google Adsense, pubblicizzando aziende e facendo degli articoli sponsorizzati pagati a seconda dei clienti portati al brand.
Quanto potreste guadagnare avendo 300 mila visualizzazioni annue?
- Circa 4000€ tramite le campagne Google Adsense
- 1000€ con la pubblicizzazione di aziende
- Altri 1000€ con articoli sponsorizzati
Potreste guadagnare di più ma dovete bilanciare la vostra voglia di vivere senza lavorare e le esigenze dei lettori.
Come fare tutto ciò legalmente e in regola?
Visto che la prestazione occasionale non è valida per questo tipo di attività l’unica opzione è aprire una partita iva con regime forfettario.
Aperta, sceglierete l’ATECO e vi iscriverete alla cassa previdenziale per le affiliazioni web… la Cassa Artigiani.
Esatto, in Italia un professionista digitale è classificato alla pari del falegname o del vostro idraulico. D’altronde siete la moderna versione dell’artigianato no?
Già qui avrete capito che c’è da ridere.
Ma facciamo i conti e vediamo quanto paghereste di tasse considerando il vostro fatturato:

I vostri bei 6k annui si trasformano in meno di 2000 euro netti.
Infatti il costo vero e proprio non sono le tasse da versare allo stato (minimi per il forfettario: 5% i primi 5 anni, poi il 15% sull’imponibile) ma i contributi previdenziali.
- La cassa Artigiani prevede il pagamento di 3850€ fissi per guadagni sotto i 15k, l’eccedenza dai 15k in su invece è pari al 24,09%.
Ma un’attività avrà anche dei costi di gestione no?
Vi faccio una breve lista di quello che potrebbe servirvi
- Hosting e dominio
- Plugin di vario tipo
- Software Seo
- Gestionali
- Costi del commercialista
Spese, vi ricordo, che non potete scaricare con il forfettario e quindi dovete pagare senza sconti.
Ai vostri 2k dovete quindi sottrarre queste spese di gestione:

I vostri 1916€ di guadagni sottratti i 930€ diventano meno di 1000€ all’anno puliti di guadagni.
Poca cosa anche considerando che i guadagni sono incerti mentre i costi certi.
E vi assicuro che questi conti non vanno troppo fuori dalla realtà! Peraltro non ho inserito manco i bolli statati da 2€ su ogni fattura emessa…
MA QUESTO È UN CASO, DAI!
Lo schema sopra elencato vale anche per gli youtuber e influencer sui social. Un mondo persino più concorrenziale di quello dei blog.
Non parliamo poi di chi professa investimenti in NTF, nel day trading oppure nell’investimento crypto (spesso un semplice modo di fare scam). In questi casi non dicono quanto sia difficile dichiarare le crypto oppure i problemi di regime fiscale.
Gli stessi conti valgono anche per chi fa dropshipping o vendita online in quanto la cassa commercianti funziona in maniera similare ma necessità di tool molto più costosi.
Mi direte:
Vabbè ma 6000 euro di guadagni è un cazzo. Si guadagna di più!
Certo, potete guadagnare di più. Anzi, se avete un progetto vi auguro di riuscirci.
Se non siete completamente fessi avrete intuito che questi conti sono fatti sulla mia esperienza di blogging.
Dati di view, statistiche e conti fatti con il commercialista per… Finanza Cafona!
Ecco ora immaginatevi se, in pochi mesi, sareste in grado di fare meglio di questo sito!
Vi assicuro che non potete gestirla come un’attività secondaria per dirvi impiego ogni volta almeno 3 ore a scrivere un articolo e sono alquanto una pippa con la SEO.
Ma occhio, io non guadagno questi soldi!
Ho infatti rinunciato a questi guadagni potenziali (e calcolati a spanne) per tutta una serie di ragioni:
- Non trovo affiliazioni adatte ai miei standard etici
- Genererebbe ulteriore stress
- Porta poco guadagno causa poca convenienza fiscale
Ma chi cazzo me lo fa fare? Sto bene così!
Spero che la mia esperienza vi faccia rendere conto delle cazzate che vi dicono quando parlano di rendite passive!
QUINDI L’ITALIA È IL MALE?
Eccoli, subito.
Sento già la sequela di lamentele su come funziona il nostro paese, che l’AMMERIGA è meglio, etc
L’Italia non è male ma è sostanzialmente un paese vecchio e non favorisce la micro impresa. Il classificare “affiliazione online e pubblicità” come lavoro artigiano vale più di ogni esempio.
Se avete una buona idea avete quindi tre strade:
- Vi dedicate con impegno. Rischiate e partite subito con obiettivi alti
- Rinunciate
- Emigrate
Ci sarebbe una quarta strada… vi trovate un lavoro con contratto dipendente full time e vi aprite la partita iva per la vostra attività secondaria, così siete esentati dal pagamento dei contributi della cassa artigiani.
Il punto di questo articolo però non è fare un relazione sociopolitica sulla struttura italiana ma dimostrarvi come i guru della minchia vi prendono per il culo.
Il nostro è un paese pieno di leggi, burocrazie e tranelli.
Non basta un corso, una buona idea oppure une mentalità positiva per guadagnare. E se ci riuscite non è una passeggiata: vivere senza lavorare con delle entrate automatiche è un’eccezione, non la regola.
UN ESEMPIO DI COME CI SI RIDUCE: GIACOMO
Vi porto un esempio di una persona che si sta rovinando la vita perché succube di questo gurismo della rendita passiva e del vivere senza lavorare.
Giacomo è un disgraziato che ha deciso di mollare il suo posto fisso per avviare un progetto web (non merita manco un link follow) tramite blog, podcast e canale Youtube.
Ha seguito una serie di corsi di gurismo che gli hanno fatto credere di poter diventare milionario in 10 anni attraverso un mix di rendite passive, mind setting positivo, crypto trading, vivere senza lavorare, instant book, corsi e qualsiasi cacata sul web.
Il problema è che i suoi contenuti sono:
- Freddi
- Banali
- Non hanno una strategia
- Promuovono merda
Ha un discreto seguito e io sono tra quelli che lo ascolta per puro spirito trash e sadico.
I primi corsi e una mentalità poco razionale lo hanno convinto di potercela fare. I successivi guru lo hanno intortato in un logica circolare che non gli permette di accettare la sua sconfitta.
Sta letteralmente dilapidando decenni di risparmi in un progetto fallimentare e ormai è sia vittima che carnefice di un mondo basato su pure illusioni.
VIVERE SENZA LAVORARE CON LE RENDITE PASSIVE: È POSSIBILE?
Nella vita è possibile tutto e il fatto che abbiate pensato di arrotondare le vostre entrate automatiche vi rende delle persone degne di stima.
Ognuno di noi può essere vittima dei richiami ai soldi facili, alle tentazioni di guadagni automatizzati o del desiderio di creare una rendita passiva.
Ma bisogna fare i conti con la realtà, valutando pro e conto con freddezza e razionalità.
Questo vuol dire anche accettare la delusione consapevoli di evitare una tragedia.
Vi voglio bene, non cadete nelle facili tentazioni.
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Mi piace il tono diretto in cui scrivi, e la tua opinione è condivisibile.
Solo non ho capito una cosa. Dici di aver rinunciato ai guadagni derivanti dal blog, e scoraggi sostanzialmente il target di questo articolo ad avviare qualcosa di simile, ma poi chiedi di sostenere il blog, metti i codici sconto, i link in affiliazione, ecc.
Forse il punto vero sta più nella storia di “Giacomo”. Guadagnare online non è da tutti – al contrario di quanto sostengono i guru. Ci vuole studio, capacità e originalità 😉
Grazie per l’osservazione e il commento!
Forse mi sono espresso male nell’articolo ma ho rinunciato a fare crescere i guadagni tramite adsense, collaborazioni e partnership che devono passare tramite partita iva, viste le difficoltà fiscali.
Nel lungo periodo questo garantisce la crescita di un sito o di un’attività ma, insomma, io non sono pronto.
Continuo però a raccattare qualcosa dai codici bancari che citi. Qui la questione é particolare e sì, diciamo che non bisogna fare il “Giacomo” e bisogna studiarsi tutto bene 😬
Bonjour sono tornataaaa! Concordo sui guru del menga che mi fanno scassare dal ridere e l’italia è stra indietro burocraticamente sul lavoro digital (come se non bastasse essere indietro su un sacco di altre cose). Quello che posso dirti io facendo la comica/content creator (principalm Instagram) è che l’influencer/creator non deve essere iscritto alla cassa artigiani se il lavoro di promozione dei prodotti è saltuario (fonti: 3 commercialisti e 2 avvocati) quindi è rit d’acconto. Esempio: se promuovessi prodotti poche volte l’anno sui miei social sarebbe considerata attività saltuaria, non c’entra nulla il fatto che il video resti pubblicato sulla pagina e sia fruibile h24. (Fermo restando che non ho ancora fatto nessuna promo perché le richieste arrivate finora mi fanno orrore 😂)
E questa é la cosa che fa ancora più incazzare perché ognuno ha la sua versione!!
Nel caso del blog il problema é che le fatture sono mensili o quasi quindi non c’é neanche l’eccezionalità come nel tuo caso!
Grrrr
Sono daccordo con le cose sostenute nell’articolo ma alla domanda “vivere senza lavorare è possibile” non capisco perche non vengano menzionate possibilità concrete come investire in Etf con una rendita netta del 3/4% o affittare piccoli appartamenti a studenti in citta come torino con rendite del 6% circa netto (parlo di esperienza personale)….non credi in queste modalità? e non mi dire che affittare a studenti non e’ una rendita passiva perche anche qualora volessimo definiral come entrata semi passiva la si puo trasformare in passiva affidando la gestione ad un agente immobiliare che ti prende 1/24 delle entrate….perche non credi in questo tipo di rendite?
Per me passivo vuol dire che se tu vai in palestra continui a guadagnare e non ti chiama un pazzo per risolvere un problema. Ho molti esempi di amici che hanno diverse case in affitto e ci diventano pazzo tra inquilini che ti distruggono casa, la occupano o ti chiamano per problemi minimi come girare una vite. L’airbnb é proprio un lavoro invece.
Il costo dell’agente che ti gestisce é risibile solo se lo ammortizzi su parecchi anni, nel caso hai un affittacamere si tratta del 20%, praticamente ti toglie ogni gain.
Per quanto riguarda gli investimenti é la cosa più vicina che intendo io per passivo, il problema lo vedi da te: per vivere con una rendimento medio del 3/4% devi avere un capitale di almeno 600/700k da investire che non é disponibile a tutti!
In generale intendevo che il sogno di avere un’idea, metterla online e farti dare soldi mentre non fai un cazzo dei guru é una stronzata… Tutte le cose richiedono un certo impegno e l’inizio é ostico. Diciamo che ne fai 4/5 oppure diverse nello stesso settore ti permette di avere dei migliori rendimento di scala, ma comunque richiede un certo culo! 😬
Sono daccordo in parte con quanto sostieni, ma bisogna sottolineare che c’e’ molta differenza tra affittare ad una famiglia e a degli studenti sia sotto l’aspetto della sicurezza dei pagamenti che con la gestione in generale, e’ vero che non e’ passiva come entrata al 100%, pero non e’ nemmeno questo stress e dramma che descrivi e sopratutto e’ sempre meglio (molto molto molto molto meglio) che lavorare 8 ore al giorno, ma anche 4….. Per quanto riguarda il 20% forse ti riferisci alla gestione di un investimento tramite airbnb perche un agente immobiliare per gestire un monolocale in affitto a studente/i prende 1/24 a quanto ne so. Quando parli della necessita di avere 600/700k da investire con un rendimento del 3/4% non e’ proprio cosi perche dipende da quanto spendi io vivo tranquillamente con 500 euro al mese con casa di proprietà non c’e’ quindi bisogno di quelle cifre ma ne “basterebbero” 150/200 k. Il segreto secondo me e’ nel capire l’importanza del tempo e le necessita parametrate a questo valore non serve a niente avere 4k al mese se lavori tutto il giorno e non hai l’unica risorsa che conta davvero ovvero il tempo (che poi e’ anche la risorsa che ti permetterebbe di spendere i 4k). Secondo me va bene inserire nella morale che non e’ come descrivono i guru ma che e’ anche vero che e’ possibilissimo “vivere di rendita” e anzi sarebbe auspicabile. P.s. Conosci il canale il blog e la agina youtube di smettere di lavorare di Francesco Narmenni?
Narmenni certo che lo conosco! Ha un pensiero interessante ma per i miei gusti é troppo legato ad un modello anti sistemico che non mi si confá pienamente, io sono più per una visione di mezzo.
Forse ho un particolare bias nei confronti degli immobili quindi non faccio testo e il tuo commento é interessante, per quanto riguarda gli investimenti un ritorno del 3/4 su 200k vuoi dire 8k l’anno che a meno di condizioni particolari (tipo tu con casa) é davvero difficile da sostenere nel lungo periodo. Anche considerando l’aumento dell’età e la necessità di affrontare problemi di salute o imprevisti!
Capisco, per molte cose io la penso in maniera ancora piu estrema di Francesco Narmenni, ma al di la dei discorsi che si possono fare io ho una forte avversione per il lavoro e per le conseguenze che questa attività ha nella nostra vita, in termini di tempo, trovo che sia una attività che distorce la maniera con cui guardiamo alla vita. Specie nella societa moderna c’e’ una sorta di apologia verso il lavoro, come se questo desse la misura del senso che ha la nostra vita e ci fosse una sorta di dovere a chinare il capo di fronte alla magnificenza di questa attivita, tutta la nostra vita e’ improntata sul lavoro dagli studi, alla costruzione della societa e della famiglia. Io non vedo nel lavoro un modo di realizzarsi anzi trovo che sia il vero problema (almeno nel modo in cui viene intesa nella nostra epoca). Puo avere senso chiedersi se 600 euro al mese ti basteranno quando avrai 65 anni ma se la soluzione a questo dubbio passa attraverso il sacrificio dei migliori anni della tua vita passati a lavorare 8 o 10 ore al giorno, convinto che quello significa vivere mentre la vita e’ cio che accade mentre tu sei occupato a fare altro, temo che la soluzione ,che pensi possa essere tale, crei delle conseguenze peggiori del possibile problema futuro in se che ti stai ponendo. (che potrebbe essere risolto vendendo la nuda proprieta degli immobili che affitti mentre nel frattempo continui a goderne la rendita…cosi per dire….)
Non so poi cosa intendi con insostenibilità nel lungo periodo, io onestamente vivo con quella cifra da piu di 13 anni senza particolari rinunce (ho una nintendo switch in salone e una tv 65 pollici in camera). Mi sembra di fare la stessa vita delle persone che ho intorno, semplicemente non partecipo cosi tanto al circo del consumismo e evito di pagare cose che sono tranquillamente disponibili in maniera gratuita. Mi rendo pero’ conto che sono fortunato avendo casa di proprietà ma considera che vivo in una città come Roma….e comunque se il problema fosse la casa di proprietà considerando che in italia l’80% delle persone sono proprietarie di casa e che nessun parente o genitore e’ immortale, ergo prima o poi ognuno di noi viene in possesso di un immobile in cui vivere quindi ammesso che per molti non si possa fare subito e’ solo questione di tempo se si vuole veramente mettere in pratica quel tipo di vita. La verità e’ che la maggior parte delle persone si mette nelle condizioni di dover/voler spendere sempre di piu, perche intende il benessere con la capacita di spendere e quindi diventa irraggiungibile e insostenibile fare il tipo di vita che propongo, li leggo i commenti delle persone quando gli si propone di vivere con 600 euro al mese ti guardano come se fossi un alieno, perche poi come fai a comprare questo o quello a mantenere questo o quello e non capiscono che quando acquistano un iphone non lo pagano 1000 euro ma lo pagano 1 mese di vita, quando comprano un auto nuova con 18k la stanno pagando con 1 anno e mezzo di vita, saro io che sono esagerato ma a me sembra che si compiano continuamente piccoli patti col diavolo senza rendersene conto e pagando con il proprio tempo ovvero con la propria vita.
Guarda io ho fatto un file apposta per far razionalizzare quello che dici (il contestualizzatore) quindi sfondi una porta aperta.
Sono anche io romano ma al netto di ereditare un immobile a 18 anni è impossibile vivere con 600 euro comprensivo di mutuo. Allo stesso modo, anche ereditando una casa a 50 anni, per gli anni prima devi comunque vivere da qualche parte e un affitto parte proprio da quella cifra per un posto decente.
Se poi mi stai dicendo che è fattibile vivere con 600 euro al mese escluso mutuo/affitto ti dico certo, avoja! E allora semplicemente ci siamo mal compresi.
Per quanto riguarda l’insostenibilità nel lungo periodo voglio dire che più vanno avanti gli anni più i costi sanitari aumentano a causa di acciacchi fisici e malattie più o meno debilitanti. Poi è un conto è partire da zero o avere grosse perdite a 30 anni, uno stop di 2 anni comunque ti prende all’apice della condizione fisica mentale, un conto è affrontarlo a 60 anni.
Spero di averti risposto degnamente e grazie delle tue considerazioni!
Al tuo interessantissimo articolo aggiungo che se sei dipendente pubblico non puoi fare nulla di tutto ciò a meno che non ti prendi un part time minimo al 50%
Esatto! E peraltro per le grandi aziende devi vedere se hai l’esclusiva oppure chiedere un permesso!
Bel post, complimenti! Purtroppo evidenzi fin troppo bene come fare micro impresa in modo profittevole in Italia sia molto difficile. A voglia a leggere libri americani e ascoltare i guru della finanza che la fanno facile. Se vuoi dormire sonni tranquilli devi fare le cose per bene. E farle per bene purtroppo a volte fa si che il gioco non valga la candela.
Credo però di aver imparato una cosa che non sapevo, ovvero la fattispecie in cui chi apre la partita IVA ha contemporaneamente un lavoro full time. In questo caso, se ho capito bene, salta completamente il costo INPS o si riduce?
Esatto! Lo stato sostanzialmente dice “se sei dipendente già versi un botto di contributi e quindi sei esentato dal versarli sulla partita iva”. Cambiano un po’ i termini in quanto il limite del fatturato é a 30k se non erro.
Se vuoi puoi dare Un’occhiata qui, ovvio che poi é il caso di farsi seguire da un commercialista o in una delle sue versione online!
Per il resto il mondo americano é molto diverso dal nostro, direi anche per fortuna!
Beh, la questione di avere un lavoro full-time mi sembra la soluzione più logica invece.
Per definizione, una rendita passiva non dovrebbe impiegare troppo tempo e dovrebbe essere un introito secondario rispetto a quello principale.
Se non ho un lavoro a tempo pieno e dedico invece all’attività di scrittura buona parte del mio tempo, beh… diventa un lavoro vero e proprio!
E dunque un fatturato di soli 6000 euro l’anno non sarebbe sostenibile…
Ma mettiamo pure da parte questa obiezione, che comunque mi sembra solida.
Se vogliamo farne una questione più ampia, di sistema e di burocrazia, quale potrebbe essere una soluzione?
So che è una domanda grossa e complessa ma vale la pena di esplorarne le risposte.
Perché la Cassa Artigiani ha una quota fissa sotto i 15k euro?
Basterebbe usare anche lì una quota percentuale, oppure il sistema si regge su un precario equilibrio che rende impossibile scendere sotto quei 3800 euro?
La soluzione é solo quella di capire se hai un business sostenibile perché i criteri sono quelli di ingresso. Per accedere a quell’ateco devi per forza iscriverti alla cassa artigiani e non puoi accedere ad una proporzionale, tipo la gestione separata. Il problema quindi é a monte e non é risolvibile individualmente!
Chiaro chiaro, il mio era proprio un discorso del tipo “mettiamo che”, ipotizzando di avere la bacchetta magica e poter cambiare le regole, o di essere nei panni del legislatore.
La cosa come sarebbe risolvibile, con una nuova categoria Ateco? Con una quota proporzionale anche sotto i 15k?
In realtà sarebbe risolvibile permettendo di scegliere la cassa e usando la gestione separata che, appunto, è una percentuale fissa in proporzione a quanto guadagni. Se non guadagni non paghi, se guadagni si!
È chiaramente un assurdo normativo che questo genere di attività sia classificato come cassa artigiani ma tant’è!
Al netto che non sono un commercialista ciò, al momento, non è possibile scegliere e non ci sono molte alternative!
Non entro nel merito da commercialista (sono un grafico, so giusto le basi), ma il discorso generale è davvero potente. Andrebbe spammato nei gruppi di queste facce da guru.
Grazie Arm! 🙏🏻
Cominciavo a dubitare su come ho scritto il post!
Ciao,
mi sono imbattuto in questo post su reddit pubblicato su r/commercialisti dove un commercialista dice che la necessità di aprire una partita iva non è affatto obbligatorio se l’attività di blogging non è fatta in modo professionale/abitudinario.
https://www.reddit.com/r/commercialisti/comments/qqvsem/adsense_e_partita_iva_cercare_soluzioni_nel_web/
In questo caso si dichiarano gli introiti nel 730 quadro RL come proventi da attività commerciali occasionali e sono tassati al 19 o al 21%, ora non ricordo.
Ogni commercialista dice la sua perché non é normato specificatamente. Li ho letti anche io questi post ed é l’unico che sostiene questa tesi.
Un blog é online H24, per lo stato italiano questo toglie ogni dubbio sul non abitudinario. Per il quadro RL, si quella é una chiave in extremis ma non la soluzione!
Il concetto di “abitudinario” riguarda il tempo che tu dedichi ogni giorno a quel progetto/attività, non che il sito è visibile 24/7.
La professionalità riguarda l’organizzazione del lavoro, ad esempio se hai collaboratori, fornisci supporto, ecc.
Nel caso estremo in cui uno crea un blog con un solo post, ci mette adsense e poi smette di fare qualsiasi cosa, non serve aprire una P.IVA anche con guadagni 100000€ all’anno.
Nell’opportuna sede legale sarebbe anche facilmente dimostrabile che a parte il pagamento annuale delle spese per hosting/dominio non c’è nessuna operazione abituale/professionale.
Il nostro sistema fiscale classifica il reddito da affiliazione come lavoro “artigiano”, questo fa capire che i nuovi lavori sono adattati a vecchie normative e sistemi di lavoro.
Abitudinario quindi vuol dire “lo fai ogni tanto” ma se posti a ripetizione e fai un attività continua stai facendo un lavoro continuo su un servizio che é sempre aperto.
Posso essere d’accordo con te se, ad esempio, emetti una fattura di adsense all’anno ma 3 commercialisti (oltre al mio) hanno confermato quanto dico.
Poi sei liberissimo di credere il contrario e batterti in sede legale, personalmente più distante sto da un dalla burocrazia italiana meglio mi sento.😬
Il punto dell’articolo poi non é tanto questo quando evidenziare come un certo volgo (i guru appunto) spaccino soluzioni semplici bypassando il mondo di impegni e problemi che ci sono dietro!