Gli anni sessanta e settanta del 1900 sono stata l’età dell’oro per i test della psicologia sociale in quanto, in pratica, agli scienziati era permesso di fare tutto. Spesso persino travalicando le più basilari regole sociali e finendo anche in tirannide.
Questa non è la sede per rimpiangere quel periodo o le dittature (sigh) quanto per parlarvi di uno di questi studi: il Marshmallow Test, anche noto come studio della gratificazione differita.
Con i soldi c’entra, fidateve.

COSA È IL MARSHMALLOW TEST
Il test del Marshmallow nasce dall’intuizione del professore della Stanford University Walter Mischel di studiare il concetto di gratificazione differita.
Lo studio raccolse le reazioni di 50 bambini di circa 4 anni e mezzo. Ognuno di essi venne fatto sedere in una stanza singola con un tavolo dove c’era un piatto contenente un soffice e invitante Marshmallow (o un Pretzel).
Al bambino viene presentata una regola, chiarissima:
Puoi mangiare subito il Marshamallow ma, se aspetti 15 minuti senza toccarlo, come premio te ne diamo due
Il test diede due risultati.
Il primo fu l’opposto di quanto ipotizzato da Mischel cioè che l’idea di ricevere una ricompensa rendeva i bambini più frustrati e meno capaci di aspettare. I bambini in grado di non pensare alla ricompensa riuscivano ad aspettare di più, il concentrarsi sul dono futuro invece rendeva l’attesa estenuante.
Il secondo risultato fu il più importante.
Mischel continuò a seguire i bambini che avevano partecipato al test cercando di capire come fosse andata la loro vita: si erano laureati? Erano più felici? Avevano trovato un lavoro gratificante? Erano magri o grassi?
La cosa incredibile fu che i bambini in grado di aspettare avevano una vita migliore rispetto a quelli incapaci di ritardare la gratificazione personale.
Il marshmallow test è uno degli studi più famosi della storia ed è stato montato, smontato, ripetuto e modificato più volte.
È stato criticato per molte cose: dal numero limitato di bambini, alla varietà etnica sia sui risultati finali del test.
Come dice il famoso detto “correlation does not imply causation”. Il successo da adulti non dipende da come si risponde a un test da ragazzini. È chiaro come implichi molteplicità di fattori quali quelli culturali o dati dalla semplice fortuna. Il test ripetuto in Giappone, ad esempio, non ha portato a risultati sovrapponibili a quello americano.
Persino il periodo storico può aver influenzato i risultati: crescere negli anni ’70 è diverso rispetto a farlo negli anni ’90 e nel nuovo secolo.
Il risultato in sé è quindi da prendere con le pinze, ma possiamo definire un totale caso il fatto che i bambini in grado di ritardare la propria gratificazione siano cresciuti con meno problemi di dipendenza, meno stress, una migliore salute fisica e mentale e migliori risultati nella vita?
L’IMPORTANZA DELLA GRATIFICAZIONE DIFFERITA
Il principio del Test del Marshmallow spiega molto del rapporto con il denaro.
In particolare, è molto importante il concetto stesso gratificazione differita: la capacità di posticipare una ricompensa immediata per ottenere una ricompensa maggiore in futuro.
Nella gestione del denaro è un fattore cruciale soprattutto se associato all’autocontrollo e alla costanza. Skill noiose eppure fondamentali.
Pensate al rapporto con lo shopping compulsivo.
Chi è vittima di questo meccanismo continua a trovarsi con zero risparmi e un sacco di oggetti, in una costante incapacità di pianificare un granello del proprio futuro. Un meccanismo logico circolare in cui lo shopping diventa la fonte di felicità (a breve) e di dolore (tanto e a lungo).
Lo stesso meccanismo si ritrova in molti investitori in un mix tra ansia e mania del controllo. La frenesia di trovare un guadagno al breve termine, l’incapacità di accettare la volatilità dei mercati o il cambiare strategia a ripetizione.
Il mettere mano sul mercato fornisce il sollievo temporaneo di “averci messo una pezza” ma sul lungo periodo causa molti più danni di quanti siano i benefici.
Lo stesso vale in senso più esteso per chi vive una vita alla ricerca di colpevoli o di auto assoluzioni. Anche questi sono meccanismi mentali deleteri.
Pur di non affrontare la realtà dei propri sbagli si costruisce un modello di colpa fuori da sé, in cui si è un elemento passivo vittima del sistema. Un tipo di mentalità eccezionale per togliersi la colpa nell’istante, infantile e dannoso con l’andare avanti dell’età.
Così non si affronta mai il problema, lo si schiva pensando che “alla fine lo risolverà”.
Un meccanismo di vita in cui si è sempre passivi rispetto alle decisioni e si vive in rimessa.
Di esempi per spiegare l’importanza di questo esperimento e di tutta l’importanza finanziaria della gratificazione differita ce ne sarebbero a milioni.
Forse, e dico forse, alcune persone nascono avvantaggiate. Come è possibile che alcuni abbiano scelto per mangiarsi subito il marshmallow e altri abbiano avuto la tenacia di resistere 15 minuti corrosi dalla voglia de sbriciolare quella caramella? Ma vi ricordate quanto durava il tempo da bambini?
Ecco, forse uno ci nasce con la capacità di resistere di più alle tentazioni.
Questo però non vuol dire rinunciare, ci si può allenare e migliorarsi. Siamo esseri senzienti, ognuno nasce con peculiarità, vizi e difetti, il punto è come si affrontano.
EXTRA: UNA STORIELLA SULLA GRATIFICAZIONE DIFFERITA
Leggere di questo esperimento mi ha fatto ricordare una storiella personale di quando ero bambino.
Quando avevo circa 6 anni in casa con noi c’era una ragazza croata scappata dalla guerra civile yugoslava.
Era di Dubrovnik, una città che è stata per due anni sotto l’assedio dei serbi. I genitori avevano deciso di mandarla in Italia, dove viveva la cugina, prima che potesse essere troppo tardi. Lei aveva 22 anni, era spaventata, aveva un fidanzato nell’esercito e conosceva solo qualche parola d’italiano grazie ai programmi tv della Rai.

Ricordo ancora come fosse oggi i miei genitori, lei e la cugina seduti sul divano di casa che parlano in uno strano miscuglio di lingue: italiano, inglese, croato e spizzichi del dialetto veneziano/dalmata.
Mia mamma non stava bene di salute, aveva bisogno di qualcuno che l’aiutasse a casa e a gestire me e mio fratello. Questa ragazza non era giusta: non aveva esperienza da babysitter, non sapeva la lingua e neanche cucinare però ai miei fece tenerezza.
Ricordo che, dopo un po’, si misero tutti a piangere. Non so perché, ricordo solo le lacrime. Forse c’è chi la guerra la capisce anche senza il rumore delle bombe, forse la sua paura si mischiò al desiderio dei miei genitori di aiutare qualcuno.
Se vi ricorda qualcosa del nostro mondo mi sa che non sbagliate… vabbè, questa è un’altra lezione di vita.
I miei l’assunsero. Jasminka (per noi sempre Jasse) rimase con noi a Roma per un anno. Dopo di lei non abbiamo più voluto nessun altro a casa. È diventata parte della famiglia e abbiamo mantenuto i contatti nel tempo.
Nel 1998 andammo a Dubrovnik in vacanza da lei.
Quell’estate, ai mondiali, la Croazia fece i buchi per terra:
La nazionale croata aveva una maglia bellissima e io chiesi più volte a Papà di poter comprare un gadget in un negozio di sport del centro storico. Prima chiesi la maglietta poi, rendendomi conto della spesa, un semplice polsino da tennis con la bandiera a scacchi croata.
Papà mi diceva di aspettare. Sicuro lo faceva perché è un maremmano tirchio però in effetti sto cazzo di negozio era sempre chiuso.
Con i giorni il mio desiderio di quel polsino calò e così le mie insistenze, quando papà mi disse finalmente di andare a comprarlo gli risposi: “alla fine non mi serve, meglio se teniamo i soldi da parte per altro”.
Forse papà conosceva sta cosa del test del marshmallow?
Me sa de no eppure reagì come se lo conoscesse. Rimase di sasso alla mia risposta e decise di premiare quel pensiero comprandoci un regalo molto più costoso del polsino.
Anche inadatto, vista la storia recente del paese. Comprò a me e mio fratello un carro armato telecomandato che facemmo girare per il centro storico di Dubrovnik. *
Dove non sono arrivati i serbi siete arrivati voi!
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NOTA: sembra una storia di Kiyosaki merda ma è vera
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