L’ultimo anno e in particolare quello successo dall’estate del 2023 è stato ricco di notevoli cambiamenti personali. Ho imparato una serie di lezioni sia in termini di finanza personale che di quel macrocosmo noto come crescita personale.
E a voi cosa ve ne frega?
Beh! Nella prima puntata del podcast Too Big To Fail vi ho rivelato il mio nome, gli articoli dove parlo della mia storia sono molto letti quindi evidentemente vi piace farmi i cazzi miei.
Chi sono per deludere le vostre aspettative?
Dai, vi faccio partecipi di un po’ di cose che ho scoperto, capito o che sono cambiate nell’ultimo anno.
Magari vi ci ritrovate!
CRESCITA PERSONALE E FINANZA PERSONALE
Spesso ripeto che, per imparare a gestire bene i soldi, sia necessario essere un po’ anti conformisti. E in parte è vero perché i buoni comportamenti finanziari sono in contrasto con il pensiero comune: risparmiare invece di spendere, considerare il denaro come un mezzo, organizzare la vita, pensare al lungo periodo invece del breve e così via.
Un punto colto da pochi è che la finanza personale non è una materia a sé ma parte di un macrocosmo di miglioramento noto sotto la dicitura “crescita personale”.
La gestione del denaro è solo uno dei tanti fattori in grado di migliorare la propria condizione finanziaria. Quest’ultima appare come una serie di rapporti organizzativo/matematici quando in realtà è soprattutto un aspetto psicologico e comportamentale.
Potete fare tutti degli excel perfettissimi ma se non avete i coglioni saldi manderete tutto a puttane.
Mangiare bene, fare sport, informarsi nella giusta maniera, raggiungere un certo equilibrio mentale…. fanno tutti parte dello stesso lavoro al pari della tracciare le spese. Non si migliora il rapporto con il denaro senza affrontare un percorso di automiglioramento complessivo.
Forse sono stato influenzato troppo da Atomic Habits oppure ho sempre pensato che l’automiglioramento costante (Kaizen) sia il vero obiettivo di un’esistenza completa però boh, mi sembra questa la strada giusta della vita.
Ed in questi mesi ho imparato alcune (nuove) lezioncine!
1. SMETTERE CON I VIZI È MOLTO DIFFICILE
Da 9 mesi non fumo una sigaretta.
Ho bramato questo traguardo per tanto tempo però combattere una dipendenza (una droga come la nicotina poi!) è davvero molto complicato.
Mi sento meglio. Ho più fiato, più energie, non devo andare fuori al freddo e alla pioggia per la malsana esigenza di spippettare. Per una volta ho preso un treno senza il pensiero di “quando potrò rifumare?”. È decisamente una vita migliore.
Ci sono un po’ riuscito per caso.
Per tutta l’estate del 2023 ho fumato con il disgusto. Mi faceva davvero schifo: la puzza sui vestiti e peggio quel retrogusto orrendo nella bocca. Il fiatone a 35 anni poi.
Quando sei drogato non riesci a smettere. Il tuo corpo ha bisogno di quella sostanza. Ci provi ma alla fine cedi sempre e le sigarette hanno un potere incantatorio incredibile (leggete questo libro, a proposito): fumi e ti fa schifo, ti fa schifo ma devi fumare.
A fine agosto mi sono preso il covid per la prima volta dalla pandemia. Pensavo di essere un essere superiore immune al morbo e invece per 4 anni son stato solo un pazzo ossessivo rigoroso. Che delusione.
Nonostante un po’ di febbre e dell’orribile catarro il mio corpo bramava ancora la nicotina… che non te la fai na fumata dopo aver il primo test positivo?
Son traguardi da festeggiare!
Nel farlo ho però provato lo schifo più grande dell’universo.
Ma un tossico dipendente si ferma? No! Ho continuato per una seconda boccata e una terza… poi ho avuto una sorta di conato esistenziale: ho compreso di essere un drogato.
Non avevo più la libertà di scegliere ma ero vittima di un cazzo di oggetto. Se non avessi avuto il tabacco sarei uscito di casa anche alle 3 di notte. La mia vita non era regolata dalla voglia di fatturare affiliazioni alla faccia di voi taccagni, dal desiderio di scopare, di dare baci, bersi uno spritz o dalle tante altre belle cose da fare o vedere. No, ogni mia giornata era scandita dalle sigarette: una a colazione per andare al bagno, 3 per il resto della mattina, dopo ogni pasto, la sera…
Il tutto con unico comune denominatore: quel sapore di merda in bocca.
Forse il morbo, forse questa nuova consapevolezza mi hanno fatto dire:
mo’ basta
Ho sfruttato il rifiuto totale del mio corpo al tabacco a causa della malattia per superare i primi giorni di astinenza. Ci avevo già provato a smettere. Poi mi son fatto il tiro del “tanto vuoi che sia” e pochi giorni dopo spippavo come non fosse successo nulla.
No, stavolta non avrei MAI fumato. Mi son ficcato in bocca un caramella alla menta appena sentivo il desiderio e via a spurgarsi vincendo il guinness world record per l’alito più profumato dell’occidente.
Insomma da 9 mesi non fumo.
Vorrei evitare di ricadere in questo vizio perché si vive davvero meglio.
Al netto di ciò questa esperienza mi ha insegnato una regola semplice: i vizi son facili da acquisire e molto difficile da eliminare. Meglio non incominciare proprio.
Ah vabbè anche un’altra cose: persino dalle cose brutte può germinare (ah!) qualcosa di buono.
2. CREARE DEGLI IDOLI È STUPIDO
Il mio percorso finanziario (e di vita) lo conoscete e l’ho raccontato in maniera molto snella qualche mese fa.
Ci sono dei piccoli traguardi che mi hanno fatto fare un saltino di gioia. A posteriori sono stupidi e borghesi, lo so. Tra questi c’è l’aver ricevuto e l’usare la Blu American Express.
Vi apparirà come una grandissima cagata (lo è) eppure mi diede molta soddisfazione poter strusciare una carta simile.
In un annetto e mezzo ero passato da avere 300 euro sul conto al sentirmi parte di una (falsa) “elite” di spendaccioni.
Il 15 febbraio 2024 me l’hanno tolta (anzi tolte, c’avevo pure la Payback).
Non ho utilizzato la carta in maniera erronea, ho sempre saldato tutto tanto che al telefono l’amministrazione di Amex mi ha detto “Sei un cliente perfetto, non capisco il perché della scelta ma capita”. Forse, come dice il mio amico Nicola, sono un cliente perfetto dal lato consumatore ma non uno che fa guadagnare le aziende.
Boh, ci son rimasto male e all’inizio ero pure preoccupato di clonazioni di identità e roba simile. Non c’era niente e Amex ha semplicemente deciso di risolvere il contratto cancellando le carte. Fine della storia.
Ho visto anche il lato antipatico dell’essere un ex cliente con tante risposte sgarbate e alla fine ancora non ho capito il perchè ma poi… sti cazzi?
Gli oggetti rimangono oggetti!
Attaccarsi ad un obiettivo fisico (il pezzo di plastica) è una cosa sciocca.
Fa piacere avere un premio o una medaglia come testimonianza dell’impegno ma forse finiamo spesso per dissociare la vera conquista dall’oggetto.
Il filosofo tedesco Feuerbach sosteneva che Dio fosse un’invenzione dell’essere umano.
Col passare del tempo ci siamo scordati di averlo creato e ci siamo assoggettati alla nostra stessa produzione.
È un po’ così è stato per il mio premio. La mia medaglia era uscire dalle fogne del vivere di stipendio in stipendio non avere una American Express.
Eppure me ne sono scordato e ho fatto di un pezzo di plastica una divinità.
Quindi? Creare idioli è ‘na minchiata.
3. LE CIAMBELLE NON SONO RIESCONO MAI CON IL BUCO E TONDE
Questa la faccio veloce però c’ho il peso di non avervi detto nulla.
A settembre, dopo il covid, ho fatto i bagagli e ho lasciato Lady Cafona.
Siamo stati insieme 7 anni vivendo momenti intensi come poche altre coppie possono vantare. Abbiamo superato insieme traslochi, paure, traguardi, tragedie e malattie. Alcuni di questi momenti non li auguro a nessuno di voi.
Ad un certo punto però qualcosa si è trasformato. Mi sentivo addosso (e obiettivamente lo avevo) il carico di tutto il rapporto e la sensazione di essere solo.
Per carità non è colpa di Lady Cafona. Mi sento così da quando ho 4 anni ma la solitudine quando sei accanto a qualcuno è la più brutta. Non vi auguro neppure questa esperienza.
Ho dato un taglio.
Forse era chiaro a tutti e due che si fosse rotto qualcosa da tempo. Forse eravamo entrambi impauriti di ricominciare da zero la vita oppure non volevamo accettare il fallimento e il dato di fatto di essere ormai incompatibili.
Non lo so davvero, è la prima volta che lascio qualcuna. È solo… successo.
Da parte mia trovarsi a 36 anni senza casa, macchina e il piano di vita non è il massimo… però un attimo! Non voglio usarvi come psicoterapeuta di coppia a scrocco quanto usare questo gancio per un discorso più ampio.
La vita non è giusta.
Pur se date (o pensate di dare) il massimo in tutto, anche se siete onesti e nobili, anche se cercate di essere una risorsa piuttosto che un peso non è detto che… funzioni.
Non tutti i piani riescono e ci sono pochissime ciambelle con un buco perfetto o una forma bella tonda. Anzi, quasi sicuramente la maggior parte dei piani sarà stortignaccolo.
Questo succede perché immaginiamo la realtà partendo dalla nostra visione. Creiamo una storia basandoci sulle informazioni in nostro possesso e su queste elaboriamo una serie di previsioni.
Spoiler: non andrà mai come lo abbiamo immaginato.
Le opzioni della vita sono infinite le nostre elucubrazioni… finite e soggettive.
Però posso dire un’altra cosa? Menomale! Se l’esistenza fosse prevedibile sarebbe estremamente banale invece il bello è che ci sorprende.
Possono accadere un sacco di cose belle, ma possono capitare solo se ci buttiamo nel nuovo. “L’errore” insomma non è tanto il fallire quanto il non provare.
E QUINDI?
Ritorno all’inizio, ok?
Questo blog parla di finanza personale ma questo articolo parla di me. E l’ho scritto non perché sia un megalomane quanto perché il problema del gestire il denaro non sia solo una sequela di trucchetti per risparmiare oppure una guida alla scelta del migliore portafoglio d’investimento.
No, non è una questione di denaro. La finanza personale è soprattutto la scelta di come allocare le vostre scarse risorse al fine di raggiungere i vostri traguardi nella vita.
Risorse che sono il vostro tempo, le competenze e (pure) il denaro. Traguardi che probabilmente cambieranno con il passare degli anni e che, anche se si materializzassero, non saranno come avrete immaginato.
L’unico modo per percorrere questa strada é quello di avviare un processo di auto miglioramento (la famosa crescita personale) e di imparare sempre nuove lezioni.
Me so spiegato o son troppo filosofo?
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