Si, c’è crisi.

Però non nel senso che pensate voi, cioè la paura di un crollo di borsa, del sistema economico oppure attacchi di panico per un -5% nei mercati come nei primi di agosto.

Flash crash “ricicatrizzatosi” in pochi giorni, peraltro.

La crisi ce l’ho io.

Da diversi mesi vivo in una sorta di blocco dello scrittore, categoria a cui non appartengo per i lati positivi ma di cui mi prendo tutti i possibili effetti negativi.

In genere cavalco la foga della scrittura. Vivo momenti prolifici in cui programmo fino a 40 articoli in poche settimane alternati ad altri di scarsissima verve creativa.

Negli ultimi anni è sempre successo così in una sorta di pendolo tra tanto e niente. Il problema è che ora, da mesi, non ho una cazzo di idea decente.

Mi pongo tante domande: son cambiato io? Spreco le mie risorse creative? C’è un problema nel modello dell’informazione finanziaria?

C'è crisi - Finanza Cafona

La puntata 13 di Too Big To Fail è tutta un’idea di Alain, accolta con una ola sia da me che Nicola.

Molti di voi (ciao amici svegli) hanno capito il senso della puntata altri non hanno compreso la sottaciuta critica sociale al terrorismo mediatico dei contenuti di finanza personale.

In pieno agosto tutti i content creator si sono buttati a pesce per pubblicare articoli o video con l’intento di spiegare un crollo della borsa di cui pochi avevano un’idea chiara. Spesso con titoli click bait tonanti e, perché no, catastrofisti.

Gli spettatori diventano bulimici.

Vogliono vedere continue live, video, articoli, puntate di podcast, spiegazioni e leggere libri piuttosto di affrontare la realtà: muovere il culo e risparmiare.

Tra tutti i settori morbosi quello della finanza personale è forse il peggiore.

Siamo malati. Pure un po’ perversi. Ci piace sovraesporci a contenuti con informazioni inutili per le nostre esigenze, leggere o ascoltare soluzioni complicate, avere risposte a domande che non ci siamo posti o porci quesiti logici di cui non ci è mai fottuto un cazzo.

Lo facciamo per noia o per progettare una strategia vicina a una perfezione (inesistente) che si sconterà con la prova della realtà.

CONSIGLI SU COME AFFRONTARE L’INFORMAZIONE FINANZIARIA

Ma non ve dovevo parlà del perché non riesco a scrive un cazzo? Non era un articolo intimista sul dramma umano di Mr. Cafone che dovrebbe pubblicare contenuti come una stampante umana per fatturare un sacco di soldini?

Si, però anche no. Prima vi dico cosa penso del settore dell’informazione della finanza personale e soprattutto alcuni consigli carpiti nel tempo.

LEGGETE MENO NOTIZIE POSSIBILI

Come dice quella merda di Cypher in Matrix:

A volte l’ignoranza fa vivere meglio.

Essere ignoranti non vuol dire non informarsi o evitare ogni tipo di lettura. Vuol dire evitare di entrare nel loop della rimuginazione costante sull’attualità o di approfondimenti sulle notizie della giornata.

Seguire le news in maniera ricorrente distrae.

Vi porta su strade troppo specifiche e non fa guardare il progetto complessivo. Vi blocca, vi fa tornare indietro, dubitare e sbagliare.

Oh sbaglierete uguale, ma l’avete fatto imparando una lezione pratica.

Da esperienza personale vi dico una cosa: se volete capire la migliore risorsa è leggere libri. Un libro vale centinaia di articoli.

Sfondatevi di libri, analizzate la vostra situazione scegliendo un percorso idoneo a voi e poi agite. Imparate sul campo con lezioni vere e concrete e migliorate sul campo.

Siamo esseri semplici, dobbiamo provare per capire.

I CREATOR VIVONO DI CONTENUTI

Il percorso per migliorare le relazione con il denaro sono semplici e universali.

Vi possono raccontare un sacco di lezioni, teorie, regole, relativismi e personalismi ma ogni percorso si fonda su questa traccia:

  1. Traccia e controlla le spese
  2. Trova un lavoro buono
  3. Risparmia
  4. Investi ciclicamente (ETF o in un fondo pensione)
  5. Continua e ripeti

Tutto qua.

Basta questo per vivere finanziariamente alla grandissima al netto di particolare sfighe.

Seguite questa strada per 50 anni e la vostra vita sarà meglio del 99% degli stronzi che vi circondano.

Il problema però è dall’altra parte della barricata, quello di noi creator.

Voi cercate la strada ideale per le vostre esigenze (ripeto, non esiste), noi facciamo i soldi sulla vostra insicurezza.

Se tutti i creator fossero onesti e vi parlassero di questi 5 punti e basta… poi di che cazzo parlamo? Come cribbio vi facciamo cliccare sui link e comprare nuovi prodotti finanziari?

Appunto! Quindi ci inventiamo problemi ed esigenze particolari. I contenuti sono dei prodotti civetta: servono per attirarvi, incuriosirvi o preoccuparvi in modo da apparire nel feed di YouTube o Google, generare curiosità e taaac farvi fare qualche click.

È brutale ma è così.

Questo porta a una over complicazione di tutto. Volete investire in ETF? Eccovi 700 video sui settoriali, mille milioni di portafogli o su come si è comportato il famoso investitore cambogiano Tien Nel Sac durante la crisi della borsa thailandese nel 1654.

Fidatevi! Il 95% di quello che trovate online non vi serve ad un cazzo. Alcune son nozioni curiose e che possono migliorare la vostra comprensione del denaro ma il resto sono inutili pippe mentali. E ve lo dico io, che ci campo di sti click.

Non voglio sputare nel piatto dove mangio però mi sento ancora “uno del popolo”. Mi sembra doveroso farvi notare questo meccanismo.

SEGUIRE LE NOTIZIE NON VI SERVE, ANZI

Avete fatto caso a come fruite le notizie?

Se avete uno smartphone Android farete spesso slide a sinistra per attivare la discover di Google dove sono proposte, a seconda di come siete targhettizzati, una serie di notizie.

È un sistema simile a quello dei social. Anche con effetti simili sulla psiche.

Dopo un poco sarete dipendenti da quello scrolling di monnezza: tamponerete i momenti di noia della giornata cercando nuove notizie su cui “informarvi” in modo da attivare di nuovo la dopamina nel vostro corpo. Spesso manco leggerete nulla.

Passerete il tempo a scrollare solo i titoli, proprio come fate su instagram.

Famola semplice, continuando così:

Non vi informate e diventate tossicodipendenti.

Questo perché il mercato del giornalismo è na merda. Se i creator finanziari cercando di garantirvi almeno un minimo di approfondimento prima di farvi cacciare i soldi la notizia flash è l’essenza del nulla.

È la pura e semplice rappresentazione del terrorismo informativo. Si tratta di contenuti strutturati per arrivare primi sul pezzo, senza alcun approfondimento serio o di qualità.

Non avete bisogno di questa roba.

PARLARE DI NEWS È FACILE, DI CONCETTI NO

Lavorando nello spettacolo posso dirvi una cosa. La firmo anche con il sangue eh. Scrivere contenuti partendo da una notizia del giorno è facile: si prende il fatto di attualità, ci si fanno un po’ di ghirigori, due ospiti e si va a braccio.

Pareri personali, concetti interessanti o una preparazione specifica non servono.

Comunque vada il traffico arriva. Le persone vi seguono per la notizia (se poi arrivate per primi ancora meglio) o perchè sono affezionati, non per la vostra capacità di fare connessioni interessanti. E per questo che alcuni giornalisti ad una certa sbroccano, penso di essere amati quando in realtà… erano solo i primi a battere la notizia.

La gente li guardava per le notizie non per loro. Alcuni non lo accettano fino alla morte.

Esiste poi quella che chiamo “la ciliegina sulla torta degli infami incacapaci di fare una gara onesta”. I titoli click bait, quello che ho usato oggi.

I meglio sono catastrofisti perché, tanto si sa. le notizie pessimiste hanno un ROI migliore.

Creare invece un contenuto da “coda lunga” senza un aggancio all’attualità è più complesso. Prima di tutto bisogna avere un’idea in testa (cosa impossibile per molti giornalisti e creator), poi serve costruire una narrazione coinvolgente.

Questo vi dovrebbe insegnare a evitare quei creator che battono sempre sulla notizia, in una gara a chi pubblica prima il video di approfondimento per beccare quelle migliaia di view in più.

Quando qualcuno ragiona così è perché è arrivato allo stremo creativo.

Non ha più nulla da darvi arrivare primo su una notizia di attualità che, lo abbiamo visto sopra, non vi serve.

CONCLUSIONI: E QUINDI?

Ma tutta questa roba cosa c’entra con la premessa?

Il punto è che ormai sento di essere arrivato a uno snodo. Mi sembra di aver scritto “abbastanza” un po’ su tutto.

Ci sono oltre 300 articoli sul blog su tantissimi temi, tutti aggiornati. Ho ricalcato gli stessi argomenti più volte e ormai conoscete qualsiasi mia teoria su come risparmio.

L’unico modo per continuare a scrivere con frequenza è o di scrivere cose più meh, di entrare maggiormente nel dettaglio di singoli temi o di cavalcare le notizie. Avrete capito che tutte queste strade per me equivalgono a raschiare nel fondo del barile dopo essermi sparato sui coglioni.

Fare così mi fa sentire poco utile. Finanza Cafona nasce per essere un intermediario potabile a persone pigre o stanche della comunicazione finanziaria classica, parlando di temi universali piuttosto che di quelli specifici.

Cosa fare? È un intrigo da cui non riesco a uscirne. Forse mi faccio fomande un po’ troppo intellettualoidi eppure, oh, mi bloccano dalla creazione di nuovi contenuti.

Sbaglio io? Mi faccio troppe pippe?

Boh, magari potete aiutarmi voi con qualche feedback nei commenti!

(p.s. comunque sto continuando a scrivere, mica ho finito tutte le idee eh!)

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Sull'autore

FinanzaCafona

Founder & Editor

Sono un povero come te che scrive la maggior parte degli articoli di questo blog. Non mi dare troppo retta perché sono un fesso senza studi economici o finanziari però, se vuoi, puoi amarmi.

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