Beh ma sei un infame! Guidi tu una volta il tema (ed è chiaro che il Minimalismo ti stia a cuore) e mi freghi tutti i temi cardine!
Cioè i miei lettori ora potrebbero lamentarsi che stai limitando la mia proverbiale verbosità!
Seeee, scherzo!
E’ un tema che affascina anche me e che fa parte della mia vita quindi ti vorrei un po’ raccontare della mia esperienza con il minimalismo e poi sottolineare alcuni temi che secondo me hai tralasciato nel tuo articolo su Salto Mentale.
LA MIA STORIA CON IL MINIMALISMO
Mia madre è un accumulatrice seriale di qualsiasi cosa, per dirti stiamo facendo il trasloco da casa sua e ha fatto 35 scatole solo di piatti e bicchieri (che neanche usiamo, sono quelli “speciali”)!
A questo si aggiunge che ho fatto scuole cattoliche e capirai come sono cresciuto. Eppure ho sempre sentito il peso degli oggetti e, anni fa, dopo una rottura di un rapporto, decisi di dare una forte sterzata alla mia esistenza e cambiare radicalmente alcune cose.
Tra queste c’era il rinnovamento della mia cameretta. Sbracai tutto, buttai una marea di roba e mi misi a fare una serie di lavoretti in casa tipo stuccare, pittare le pareti, montare mobili e trapanare ovunque. Ho persino realizzato una lampada a imitazione di flos!
Poi mi sono trasferito a Milano e ho abitato per 2 anni in una casa di 33mq. Era un capolavoro di “tiny house” ma capisci che non ci può entrare troppa roba quindi ho dovuto fare di necessità virtù.
Anche qui ho trovato mille lavoretti ma la migliore soluzione era quella di limitare gli oggetti d’uso e per fortuna sono stato accompagnato in questo percorso dalla mia fidanzata. Quella casa striminzita mi ha insegnato tantissimo.
Nello stesso periodo ho visto il documentario che citi e visto tutto il canele youtube del regista Matt D’avella, questo mi ha decisamente fatto propendere per abbracciare la filosofia minimalista.
TIENI QUELLO CHE TI DA SODDISFAZIONE
Dovrei sottoscrivere (e anzi lo faccio) molto di quello che hai scritto ma non sono pienamente d’accordo che il minimalismo sia solo una scelta tra:
“mi serve oppure sono io che sto servendo lui?”
Secondo me gli oggetti sono belli da vedere e spesso anche utili ma non bisogna ragionare solo sulla sua funzione, bensì vederne anche gli effetti che hanno sulla propria vita.
Ad esempio ad un anniversario la mia fidanzata mi regalò una Olivetti Valentine. Se pensiamo all’oggetto in sé nel 2021 una macchina da scrivere è assolutamente inutile e secondo il tuo pensiero dovremmo frullarla nel cestino.
Ma per me vuol dire molto.
Adriano Olivetti è una persona a cui mi ispiro come uomo e lo ritengo un esempio geniale di questo paese, a livello di design la Valentine è una delle cose più belle che abbia mai visto e in più è un regalo di anniversario.
Vederla mi rende felice.
Non è utile ma mi rende felice, quindi perché dovrei privarmene?
Secondo me il minimalismo è comprare (e tenere) un oggetto che dia valore alla quotidianità.
Tra un lingotto d’oro e i disegni firmati della mia nipotina è sicuramente più utile il primo ma io non butterei o venderei mai il secondo!
VOGLIO ESSERE VISTO PER QUELLO CHE SONO E NON PER QUELLO CHE INDOSSO
Essendo cresciuto in un ambiente borghese l’aspetto è sempre stata una cosa fondamentale nel rapporto con le altre persone.
A me ha sempre dato al culo che le persone dessero importanza ad uno conciato con seicento marchi piuttosto che alla capacità di esprimere idee o pensieri interessanti. Ma (purtroppo) non decido io come va il mondo.
Il minimalismo e un po’ più di maturità mi hanno aiutato a decidere che voglio vestire nella maniera più semplice possibile e vorrei che la gente mi valuti per quello che penso e non per quello che indosso.
Insomma una giacca di Gucci non compensa la deficienza di chi hai di fronte: magari gli sta bene ma è sempre un coglione. Forse è per questo che non mi trovo a mio agio in una città come Milano.
Detto ciò non che mi vesta di merda (ci tengo sempre) ma ho capito che, soprattutto per gli uomini, ci sono delle caratteristiche extra all’abbigliamento che contano davvero:
- Spalle larghe
- Fisico tonico
- Vestiti che calzano bene
- Belle scarpe classiche
- Portamento
Queste 5 caratteristiche valgono molto di più che qualche vestito costoso e al passo con le mode.
Ti faccio un esempio: qualche mese fa andai ad una passeggiata con la mia fidanzata e dei suoi amici. Indossavo una maglietta bianca (le famose da 4€ di Primark), dei pantaloni beige, uno stivaletto e un cappotto del cazzo pagato 50€.
Un amico del gruppo chiese alla mia compagna “Ma lui veste sempre così elegante?”.
Indossavo roba normalissima o comprata anni addietro (quindi ammortizzata) dal basso costo ma ero elegante, capisci?
E non aveva usato una parola a caso, eleganza è strettamente connessa al modo d’essere al modo di fare di una persona.
Ah! Se poi una persona ti giudica per il tuo aspetto “non conforme” è un grande risparmio di tempo! Cioè non ci devi neanche parlare per capire che è un demente!
RISPARMIARE
Eh si qui c’è un grande tema e ho fatto anche un articolo sul decluttering.
Peraltro oltre a Subito io ti consiglio un sacco di altri negozi dell’usato online e offline: fai dei sacchi, metti in vendita e vedi chi li compra. Quello che non vendi lo regali in parrocchia.
Per risparmiare io poi non intendo solo comprare di meno e poco ma anche comprare bene con un’ottica da investitore.
Ad esempio ho deciso solo di comprare delle scarpe di qualità invece che tanti modelli da pochi soldi.
Un buon modello di scarpa da uomo di Cardinale costa all’incirca 200€. A primo impatto penserai “care, cazzo” ma sono scarpe semi artigianali che durano 10/15 anni con una buona manutenzione.
Se vediamo il costo per un uso di 100 giorni all’anno per 10 anni otteniamo questo costo unitario della scarpa di:
200 € / (10 anni * 100 giorni) = 0,2 cent al giorno
E considera che questi sono modelli classici.
Sono scarpe fatte nella stessa maniera da 200 anni, quanto cambierà il loro stile tra 20 anni? Poco.
Prendiamo invece che fai il modaiolo taccagno e ti compri delle Puma da 50€.
Le indossi 5 volte l’anno perché le hai comprate compulsivamente, magari si rompono dopo poco oppure perché sono passate velocemente di moda.
Diciamo però che sei tosto e resistono per ben tre anni nel tuo armadio a quel punto o le hai regalate o le usi per buttare la spazzatura, quindi:
50 € / (2 anni * 5 giorni) = 5 € al giorno
Vedi che è più conveniente la scelta più “cara”? Senza contare che il primo modello è fatto meglio e ti garantisce una postura migliore e quindi meno problemi alla schiena.
Insomma niente costose sedute dall’osteopata a 50 anni.
AMBIENTALISMO E MINIMALISMO
Aspetta aspetta che qui prima ti devo mettere una gif!
Non c’hai pensato al legame tra ambientalismo e minimalismo eh? Brutto taccagno isolazionista che non sei altro!
E dire che questo è uno dei temi più significativi perché se riduci i consumi grazie al minimalismo è ovvio che si ha un impatto migliore sull’ambiente.
Pensiamo al tema delle scarpe di prima, con i 200€ di un paio di scarpe di pelle te ne compri magari altre 5 (la moda!) ciò vuol dire che invece di consumare un solo pezzo di pelle di mucca consumi plastica per 5 diversi modelli.
Considera che la produzione di una sola scarpa consuma l’energia equivalente a lasciare accesa una lampadina da 100w per una settimana.
E senza contare l’uso delle catene fast fashion o dei marchi cinesi di sostanze tossiche (evita maglioni di Zara blu e neri!), che causano dermatiti e intossicazioni.
Produrre meno fa bene al pianeta e il riuso (come la vendita o il regalo) di mobili, vestiti e oggetti rimette sul mercato oggetti ormai prodotti da decine di anni senza la necessità di produrne di nuovi.
Oh e sia chiaro, io non sono uno di quei tipi che raccolgono le gocce di rugiada dalle foglie per scaricare l’acqua del cesso, ma vorrei evitare a 55 anni di stare ad agosto con 68°.
IL MINIMALISMO E’ IL NUOVO COMUNISMO?
Ti lancio questo guanto di sfida per il futuro.
Hai notato che movimenti come Minimalismo, Fire, il ritorno alla vita ai borghi, et simila si poggiano tutti su una critica al capitalismo?
Nel primo viene criticato l’ottica al consumo estremo, inutile e incontrollato di nuovi beni e quindi nel produrre di meno. Nel secondo il modello economico di cresci, studia, lavora, spendi, muori. Per il ritorno al borgo beh ci siamo rotti il cazzo della città.
Secondo me quando arriverà qualcuno a unire i puntini ci divertiremo…
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