Amico mio! Oggi, in questa nuova puntata della rubrica #PuntiDiVita, voglio tirarti fuori dalle mani (perché scriviamo, mica parliamo) un tema poco simpatico: siamo una generazione perduta?
Mi mette un po’ in imbarazzo tirare fuori questo argomento quando siamo ancora al caldo nelle nostre case e abbiamo la fortuna di ammirare un cielo plumbeo o farci una scorpacciata per pasqua con tutta la famiglia (cosa che ai nostri amici ucraini non è permessa).
Visto che però la nostra generazione deve affrontare l’ennesimo casino è il caso di togliere la testa della sabbia e parlarne apertamente. Abbiamo qualche problemuccio e spero tu sia d’accordo.
Ma ti spiego prima l’antefatto, personale, di questo mio pensiero.
SOGNI E BIAS
Da oltre 10 anni faccio un sogno ricorrente: c’è una grande guerra europea contro la Russia.
Il sogno non spiega il perché ma tutti i giovani europei son coscritti e mandati al fronte. L’unica scelta che possono fare è se far parte dell’esercito nazionale o di aderire al nuovo esercito europeo formato per l’occasione.
Chiaramente tra questi coscritti ci sono io e il mio sogno, in un misto tra angoscia e narcisismo personale (piano piano scalo i ranghi), racconta l’evoluzione di questa guerra e le mie azioni nel tentativo di uscirne vivo.
La linea che cuce i vari momenti del sogno è sempre la stessa: uno scontro generazionale tra l’incompetenza e la burocratizzazione delle generazioni passate che hanno come unica capacità apparente quella di mandare al massacro dei ragazzi.
Alla fine a un giovane (chiaramente io, te l’ho detto che c’è del narcisismo) viene dato in mano un posto di comando e riesce a sbloccare le sorti della guerra.

Ti giuro, non mi sto inventando nulla! Sono anni che questo sogno ricorre nelle mie notti.
Come immagini ho provato a “psicanalizzarlo” e ho concluso diverse cose:
- Sono un mitomane (ma questo è un problema della mia compagna e al massimo dei lettori di Finanza Cafona)
- Il pensiero dei “giovani” succubi del mondo è chiaramente una metafora di quello che sento della società attuale
- Sono profondamente influenzato dalla prima guerra mondiale e dai miei studi passati
Devi sapere infatti che, come tesi di laurea a Scienze Politiche, trattai proprio il tema della Prima Guerra Mondiale e in particolare sull’uso politico dei morti in guerra.
Non scrissi una tesi eclatante ma studiai approfonditamente quella che era la Generazione Perduta:
Poveri ragazzi morti di fame buttati sui campi di battaglia a 18 anni, sopravvissuti alla peggiore pandemia della storia e poi usati da movimenti politici per i decenni successivi al fine di farli morire a manco 50 anni in qualche buco di culo del mondo
Spero sinceramente (sento anche il tuo grattare frenetico… siamo coordinati) che non vivremo le esperienze trascritte in Dulce et Decorum est di Wilfred Owen ma credo esista un paragone tra quei ragazzi e noi.
LA GENERAZIONE PERDUTA DEI MILLENNIAL
Sono certo che tu spiegherai ancora meglio cosa era la VERA generazione perduta e spero sia chiaro a tutti, aprendo la finestra della propria casa, che non siamo così sfigati.
Voglio fare ulteriore premessa però: come generazione perduta intendo i Millennial, non la Gen X.
Il mio pensiero è poi legato ad un particolare bias italianocentrico, paese che ha sentito ancora di più le varie crisi globali degli ultimi 20 anni.
A livello generale i Millennial (io, te e molti lettori del blog) sono quella generazione di mezzo tra il mondo pre informatico e quello internet.
Siamo quelli che ricordano gli appuntamenti al citofono, quelli che sanno quanto sia una benedizione vedere un film o ascoltare una canzone quando si vuole. La generazione che ricorda quanto è difficile trovare le giuste informazioni.
Siamo anche quelli che ricordano i trilli di MSN e capiscono quanto sia utile WhatsApp o, per finire, che invenzione meravigliosa è il bonifico istantaneo (ti ricordi i 5 giorni per quello ordinario?)
Insomma è la generazione che ricorda il lascito del passato e comprende l’evoluzione del presente.
Il nostro ruolo a livello lavorativo e sociale era la terra di mezzo.
Noi saremmo dovuti essere il tramite tra il mondo dei nostri genitori e nonni (cartaceo) e quello nuovo (digitale). E dovevamo rendere il meno traumatico possibile questo passaggio.
Bello eh? Purtroppo la nostra formazione, le nostre ambizioni e le opportunità lavorative sono state bloccate da:
- Bolla dot-com
- 11 settembre e ascesa dell’estremismo islamico
- Crisi economica del 2008-2009
- Pandemia
- Guerra in Ucraina
Quasi come fosse un piano malvagio calato dall’alto contro di noi ogni 5/10 anni siamo stati messi alla prova dal mondo.
Quando siamo andati al liceo ci siamo trovati col timore di uscire di casa per un attentato e con le immagini di una guerra decennale. A 20 anni, entrando nel mondo lavorativo ci siamo trovati in una delle peggiori crisi economiche della storia.
Quando alla fine siamo riusciti a dare un senso alla nostra vita è prima arrivata la pandemia e poi la guerra scatenata dalla Russia nei confronti dell’Ucraina.
E sta tranquillo che non è finita perché arriverà pure un’altra bella recessione.
I MILLENNIAL OGGI
Insomma in 20 anni ogni evento mondiale ha fermato la nostra possibilità di emergere.
Ormai siamo quasi quarantenni e possiamo accettare che il nostro ruolo di mediazione sociale è fallito perché non abbiamo avuto la possibilità di realizzarlo.
La cosa terribile è che ormai questa mediazione è inutile.
Nel frattempo è infatti arrivata la GEN-Z, una generazione che definirei disruptive: diversa da noi e cresciuta con delle tecnologie già consolidate.
Hai mai parlato con una cuginetta più piccola? Ecco, se non vuoi sentirti vecchio non farlo. Soprattutto non chiedergli se conosce le musicassette.
Hanno visto noi, poveri sfigati, e invece della mediazione hanno voluto sbracare il mondo e andare allo scontro con le generazioni precedenti.
Non so come la pensi ma io credo che una società debba evolversi piano piano. Abbia quindi bisogno di una modifica, poi di sedimentare i concetti e quindi partire con l’elaborazione di nuovi (ciao Hegel!) ma la Gen Z è simile alla Distruzione Creatrice di Schumpeter: se non mi segui cambio il mondo fino a che non sarai costretto ad adeguarti.
Questo divisione la noto nella continua dialettica bianco/nero della nostra società, fatta su posizioni quasi dogmatiche che emergono su qualsiasi argomento:
- pro putin/pro ucraina
- no vax/si vax
- trump merda/trump eroe
- cambiamento climatico/no cambiamento climatico
- sessualità liquida/famiglia tradizionale
Ci sono tantissimi motivi che hanno causato queste divisioni monocromatiche ma ritengo che il grande problema sia dovuto all’impossibilità dei millennial di fare da tramite tra due generazioni.
Se vediamo i nuovi board aziendali vediamo una situazione in cui vecchi boomer con in mano il calamaio si trovano accanto ad un giovane ventenne della GEN-Z che non capisce (e non vuole capire) il vecchio mondo. Lo sai che succede in questi casi no? Si scontrano
Non esiste più uno spazio di mezzo per noi millennial. Infatti, quando si arriva allo scontro, si deve prendere una posizione e i centristi sono semplicemente dei deboli.
Lo devo ripetere?
Noi millennial abbiamo fallito per impossibilità e incapacità nel nostro ruolo storico: siamo una generazione perduta.
Però, nel frattempo, siamo diventati più saggi.
SIAMO UNA GENERAZIONE PERDUTA MA…
Non voglio suggerire un nuovo modello di vita o il recupero della nostra funzione sociale come generazione.
Non ha più senso, siamo una generazione indebolita e invigliacchita dalle botte del tempo.
Ormai il mondo è cambiato, la nostra funzione persa e dobbiamo farci il callo accettando di diventare sempre più marginali.
Abbiamo perso anche tante chance lavorative… prova ora a competere a 35 o 40 anni con dei ragazzini incazzati come delle iene e che tengono un tablet in mano da prima di imparare a camminare.
A Roma si dice “stacce”, non trovo parola migliore in italiano.
Tutte le difficoltà però portano a delle lezioni e soprattutto ci hanno portato ad adattarci.
Le lezioni che ci hanno insegnato questi inciampi costanti ci hanno reso più saggi, più esperti e più adattabili. Siamo nati con il registrare le canzoni sulle musicassette, poi abbiamo imparato a usare i cd-rom, emule, l’ipod e Spotify. Vediamo se i “ragazzini” sono capaci di evolversi come noi.
La nostra funzione mediatrice poi, se non avrà un ruolo nella società, può averlo nella nostra vita privata.
Anzi, ragionando a posteriori mi rendo conto che alcuni articoli (come quello dei 7 punti della finanza personale) oppure tutta la rubrica PuntiDiVita non sono altro che una grande sintesi di questa accettazione.
Voi GenZ avete vinto sulla società e volete godervi la città? Fate pure! Noi ce ne andiamo a vivere in un borgo!
Non siamo diventati milionari? Non ne abbiamo bisogno, è il minimalismo la vera filosofia di vita!
Avete i ruoli migliori nelle aziende? Tranquilli investiamo nelle vostre aziende con gli ETF e ci godiamo il Fire.
Non ricorderete il passato perché roba antica? Noi si, ci ricordiamo i nonni e ne abbiamo tratto tante lezioni. Ma proprio tante eh!
Alla fine il cervello non ci è stato tolto e la capacità di mediare rimane sempre utile. E vedrai che, bene o male, tra qualche anno, ci ricorderanno meglio di quanto ci valutiamo noi oggi.
Vedo però che anche tu hai le tue idee sull’argomento e consiglio ai lettori di andare su Salto Mentale e leggere cosa invece ne pensi tu su questo tema!
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FONTE IMMAGINE: Photo by form PxHere
Sinceramente non credo che la nostra sia una generazione perduta, sicuramente non abbiamo vissuto nella grande prosperità in cui sono cresciuti i nostri genitori, ma chi si è voluto tenere al passo dell’evoluzione di un certo tipo di mondo adesso ha competenze trasversali che non sono assolutamente acquisibili con nessun tutorial sulla faccia della terra.
Siamo una generazione che si è dovuta adattare e tanto, d’altronde i cambiamenti che abbiamo attraversato negli ultimi 25/30 anni lo hanno richiesto (vi ricordate che le schede del telefono addirittura si collezionavano?); chi si è voluto adattare e tenere al passo con i tempi si è adattato e si è evoluto, gli altri periranno.
Darwin sarebbe fiero di me adesso…
Si che poi adattarsi è pure bello ma a na certa pure un po’ di pace e tranquillità ci sta 😛
Sono emozionato da quanto sia reale quello che scrivi, nel bene e nel male. Forza e coraggio da uno classe ‘93
💪🏻💪🏻
Sembro un cialtrone e invece… Lo sono 😬
Ciao Finanza Cafona!
Leggo questo articolo, con due settimane di ritardo. Sono un millennial (i millennial non sono quelli nati dopo il 97′, mannaggia a certi soloni da salotto che popolano la TV italiana) e mi ricordo tutte le cose da te citate. Io sono dell’idea che quando i boomers si leveranno dalle palle, dovremo tirare fuori unghie e denti e prenderci ciò che ci spetta di diritto. Alla faccia della hybrid generation Z. IO non ci sto. Ho ancora la fame del ragazzino e voglia di spaccare il mondo a 40 anni, ma con maggior ponderazione rispetto a 20 anni fa. Sul successo (ahimè per loro) della generazione Z non ne sarei così sicuro. Credo che i boomers ci abbiano poco considerati, perché qualcuno fra di noi deve le sue “fortune ed agi” al loro lavoro, con l’aggravante di essere meno manipolabili, rispetto agli Z. Sai i nati dopo il 97′ si informano di finanza tramite l’influencer ed non hanno alcuna propensione al risparmio. Perfetti per mantenere il nostro capitalismo moribondo.
Ho lavorato sia in fabbrica (produzione) che in ufficio ed ho visto la generazione Z all’opera. Pochissima pazienza (anzi zero), nessuna capacità di ascolto, atteggiamento a volte un po’ supponente, spirito di sacrifico assente. Ps quest’ultima è una generalizzazione forte, ma è una provocazione giusto per evidenziare le differenze generazionali.
Ciao Leonà! Grazie del tuo commento, spero che il futuro che immagini si realizzi anche se il riciclo generazionale richiederà decenni e bisogna vedere, a quel punto, quanto siamo sfibrati noi come generazione e quanta forza avremo per affrontare il presente.
Per la Gen z non vorrei mettere ulteriori elementi anche perché il livello di generalizzazioni è già troppo, noto però delle somiglianze nelle mie esperienze personali e in particolare sulla grande arrendevolezza e la poco tenacia. Ieri parlavo con la fidanzata di mio cugino (21 anni) e mi diceva che non guida perché la macchina di famiglia è piuttosto grossa, ha avuto un attacco di panico alla guida e ha abbandonato totalmente l’idea di guidare. Le ho detto “vabbè, piano piano impari” e lei “No, non ci provo più”.
Sarà stata strana la mia educazione ma a 14 anni mio padre mi ha portato in un luogo sperduto, mi ha messo al posto di guida e mi ha detto “ora impari”, ogni volta che si spegneva la macchina era una pizza. A 18 anni guidavo la station wagon di famiglia e di attacchi di panico per guidare mai avuti. Mi sembra una grande differenza generazionale a livello di tempra.
Adesso se tuo padre facesse una roba del genere, verrebbe denunciato 🙂
Ahahah probabile ma essendo maremmano credo l’avrebbe vinta ugualmente 😛
Interessante analisi, ennesima dimostrazione che la sfiga ci vede benissimo.. 😀
Anche io sono un millenial e concordo in una buona parte con quel che dici.
Mi piace molto la conclusione ottimistica: sono abbastanza daccordo sul discorso borgo e minimalismo, però ci tengo a rovinartela sull’ultimo punto che va in antitesi su quel che dici prima: dato che abbiamo perso le migliori chance lavorative per colpa dei boomers la vedo grigia avere abbastanza capitale da investire in ETF da poter vivere di Fire.
Anzi, paradossalmente investendo quei quattro spicci che riusciamo a risparmiare in aziende guidate oggi da boomer e domani da gen-z stiamo solo finanziando il loro successo.. di cui noi, se siamo stati abbastanza lungimiranti da fare le scelte giuste, prenderemo qualche briciola.. altro che fire 😉
Beh considera che ormai il lavoro da remoto si sta consolidando, tu hai lo stesso stipendio ma vivi in un posto più economico e puoi quindi investire di più. Tecnicamente prendi due piccioni con una fava e… al netto poi di botte di culo o piccole eredità.
Per quanto riguarda il fire diciamo che secondo me è più una grande illusione americana ed è un obiettivo alla portata di pochissimo, si può comunque trovare un migliore equilibrio nella vita facendo scelte diverse.
Investiamo nelle aziende di boomer o genz? Ma speriamo vadano bene così lavorano loro per noi e ci restituiscono qualcosa 😛
Grazie per il commento!
Sisi, lo so bene, lavoro anche io da remoto 😉
Questo attenua ma non risolve il problema iniziale; se partiamo dal presupposto che ci hanno precluso le buone possibilità lavorative allora non è che risparmiare 500€ al mese in più lavorando da remoto cambia drasticamente il discorso.
Concordo con te che il Fire potrebbe essere un’illusione per molti di noi, anche perché diciamocelo, finché stai da solo o in coppia è anche “facile” mettere via 10-15 volte le spese annuali ma se metti su famiglia l’affare si complica e di molto..
Idem per l’ultimo punto, è ovvio che se investo in aziende che ora sono in mano a boomer e domani a genz spero vadano bene, ma sono realista e a meno di botte di culo (tipo all-in su una stock che fa 50x) per avere buoni ritorni in valore assoluto bisogna investirci grosse somme e torniamo al primo punto, devi averceli 😉
Ma forse andiamo off-topic… in ogni caso sarò troppo realista 😀
Ma guarda se hai un buon piano di investimento e sei regolare nei versamenti (tipo 500€ al mese non è poco) per più decenni ti godi alla grande i 50 anni, al netto di crisi economiche o altre sfighe (che vista la generazione son probabili). Poi certo se hai più capitale in mano la cosa diventa più problematica!
La cosa che di spostarsi fuori è anche dare nuova importanza ad altri piaceri: ad esempio il tempo che risparmi in spostamenti lo puoi usare per creare un attività collaterale (un esempio è questo blog) o alcune piccole iniziative imprenditoriali.
In quest’ultimo senso con un po’ di applicazione ci sono mille possibili business che si possono fare in quanto una generazione pensa ad ancorarsi al passato, l’altra la vuole distruggere e noi nel frattempo potremmo trovare la soluzione temporanea. Ad esempio bonusx.it è stato sicuramente creato da un millennial 😀