Ciao amici! Sono il tizio famoso (che ha scritto queste robe) e sono qua ancora una volta a illuminare le vostre menti con la mia sconfinata conoscenza.
Avrete sicuramente sentito di come l’inflazione stia galoppando in tutta Italia e Europa aumentando il prezzo dei vari beni e servizi che compriamo: come se il nostro povero portafoglio non fosse già leggero, adesso lo sta diventando ancora di più.
Cioè, voglio dire, oltre a percepire in Italia stipendi estremamente bassi e avere uno dei poteri d’acquisto più “meh” d’Europa, mo’ ci ritroviamo anche questa addizionale gatta da pelare.
E adesso tu dirai indignato:
“Nessuno fa niente? Siamo tutti a girarci i pollici in attesa che l’inflazione ci mangi vivi? Perchè stanno tutti parlando di una certa Taylor Swift? Chi ci salverà da questa crisi?!”
Allora. Tanto per iniziare sei TU quello che non sta facendo niente. Io per esempio, sto scrivendo questo articolo, che è già fare qualcosa.
Ma comunque tornando a noi, “qualcuno” in realtà si è già messo in azione per risolvere il problema…
E signori e signore, quel qualcuno è… (rullo di tamburi):
La Banca Centrale Europea (BCE per gli amici), che per salvarci il portafoglio sta lentamente aumentando i tassi d’interesse per abbassare l’inflazione.
LE BASI: COSA SONO I TASSI D’INTERESSE?
Non dovrebbe esserci bisogno di spiegare cosa siano, ma un piccolo recap non fa male nessuno:
Il tasso d’interesse è il costo del denaro, ossia quel “in più” che paghiamo a qualcuno che ci fornisce un prestito, spesso troviamo associate parole di questo tipo:
- Tasso sul finanziamento
- Tassi mutui (TAN e TAEG)
- Interessi mutui
- Tasso sul fido
Normalmente questo viene espresso in percentuale e può essere di tanti tipi: tasso fisso, variabile e misto.
Ma chi li decide questi tassi?
Come abbiamo detto, sono le banche centrali dei singoli paesi a farlo.
Ad esempio, negli Stati Uniti è la FED, nel Regno Unito la BOE, mentre nell’Unione Europea è la BCE (la nostra!). Lo determinano a seconda di ragionamenti macroeconomici e su quanta moneta vogliono far circolare nel mercato.
Le singole banche andranno poi a prendere questo tasso “base” delle banche centrali e ci aggiungeranno uno spread, ossia un tasso d’interesse aggiuntivo che sarà il loro reale guadagno.
Se ad esempio il tasso d’interesse della BCE è del 2%, la banca Vattalapesca che ci rifila il mutuo c’aggiungerà un ulteriore 1%, facendoci pagare il 3% d’interessi in tutto.
“Ok ok, abbiamo capito che cosa sono sti accipicchia di tassi d’interesse, ma come fanno questi due numeri messi in croce ad abbassare l’inflazione?”
Senti ciccio. Non mi piace per niente il tuo tono sprezzante. Io mi sto sbattendo per scrivere questo articolo e tu sei tutto impaziente che vuoi tutto subito.
Ma vabbè, comunque, ti accontento (per questa volta!).
COME I TASSI D’INTERESSE INFLUENZANO L’INFLAZIONE!
Come sappiamo l’inflazione non è causata dai venditori alleati con i creatori di scie chimiche ma invece da vari fenomeni economici.
In particolare quella che stiamo vivendo adesso è causata da queste 3 cose:
- L’aumento dei costi di produzione per le aziende
- L’aumento dei costi delle materie prime (in primis l’energia)
- L’aumento della domanda di beni da parte dei consumatori
Da questi tre punti capiamo che l’economia sembra un po’ “surriscaldata”: noi consumatori consumiamo troppo mentre le aziende stanno provando a tenere il passo facendo schizzare i costi di produzione alle stelle.
Ed è proprio qua che entrano in gioco i nostri tassi d’interesse. Aumentandoli infatti riusciamo a “raffreddare” l’economia riportando l’inflazione a bada (o almeno si spera).
Ti sarai probabilmente accorto di come gli interessi offerti sui conti deposito si siano alzati parecchio in quest’ultimi mesi.
Ed è proprio questo il primo effetto dell’aumento dei tassi: diventa più conveniente lasciare i soldi in banca (libretto di risparmio, CD) rispetto a spenderli comprando beni e servizi.
Allo stesso tempo, aumentare i tassi di interesse significa pagare più per i prestiti, mutui e interessi sulle carte di credito, diminuendo così la convenienza del debito per le aziende e noi consumatori.
Per farti un esempio, in pieno Covid l’interesse fisso sui mutui si aggirava attorno all’1% (poco). Mentre oggi invece ci aggiriamo attorno al 5%, un numerino capace di alzarti di molto le rate che andresti a pagare. Il che ti farebbe riflettere due volte prima di comprare casa.
Tornando al nostro caro rapporto interessi-inflazione, vale anche il contrario.
Quando l’inflazione diventa molto bassa, ossia quando l’economia si ferma, per incentivare la ripresa economica le banche centrali abbasseranno i tassi d’interesse per scoraggiare i risparmi e incoraggiare i consumi e la produzione.
È quello successo negli ultimi 5 anni: tutte le Banche centrali hanno tenuto i tassi quasi a zero per stimolare la crescita economica.
Ad esempio qua trovi l’andamento dei tassi in Eurozona:
Come vedi, all’inizio degli anni 2000 l’economia stava crescendo a ritmi troppo veloci: così per evitare il surriscaldamento del mercato la BCE per calmare le acque ha innalzato i tassi fino al 5%.
Abbiamo poi un piccolo sali-scendi negli anni successivi, fino al 2008 in cui i tassi vengono quasi azzerati di botto. Penso che tu ne abbia già capito il motivo: la crisi.
Viviamo così un periodo di bassi tassi d’interesse, che addirittura vengono messi a zero nel 2015, per poi essere di nuovo alzati lentamente nel 2022 per contrastare l’inflazione che stiamo vivendo adesso.
CONCLUSIONE SUI TASSI DI INTERESSE
Dopo aver letto quest’articolo ora hai tutti gli strumenti e le conoscenze per capire cosa stiamo affrontando in queste settimane.
Voglio fare una piccola precisazione però prima di concludere: l’economia è una scienza sociale. Non è come la matematica che è una scienza esatta fatta puramente di calcoli.
Con questo voglio dire che ci sono diverse teorie in merito a come risolvere l’inflazione.
Quella di cui ti ho parlato io (di alzare i tassi) è la teoria dominante, che la gran parte degli economisti e banche centrali seguono ad oggi.
Inoltre, se vogliamo mettere i puntini sulle i, la modifica dei tassi di interesse è sicuramente un ottimo strumento per abbassare l’inflazione, ma non è perfetto e spesso non produce il 100% dei risultati sperati.
È un processo molto lungo (può durare anni) e delicato: se li alziamo troppo rischiamo di andare in recessione, se li alziamo troppo poco rischiamo che non sia abbastanza per combattere l’inflazione. È questione di trovare il giusto equilibrio, insomma.
Boom, ora non dico che sei pronto a fare l’economista alla BCE, ma sicuramente ne sai molto di più di quando hai iniziato a leggere questo bellissimo articolo (ah! la modestia!).
Baci, vi si vuole bene!
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