Ma scusa io ti parlo di cos’è l’inflazione e tu metti come immagine di copertina mini me di Austin Power facendo un gioco di parole stupido su “piccolo bastardo”?
A parte che era un film discutibilissimo ma poi come ti permetti di fare un paragone simile e di prendere in mano il mio blog?
Perché continuo a scrivere? Perché?!
Tra le lacrime e disperazione ti spiego il tema della giornata.
L’inflazione, mio caro hacker di blogger di basso livello, è un concetto economico di base che causa l’erosione ogni anno in una piccola parte i tuoi risparmi e i tuoi guadagni.
Citando la solita Treccani:
inflazione Aumento progressivo del livello medio generale dei prezzi,
o anche diminuzione progressiva del potere di acquisto (cioè del valore)
della moneta.
COME FUNZIONA L’INFLAZIONE (SPIEGATA A UN BIMBO DI 6 ANNI)
Ogni anno i soldi cartacei che hai perdono valore.
Nell’anno 2019 tu hai 10 € e con quei 10 euro compri 10 mele.
A causa dell’inflazione (diciamo del 10%) l’anno dopo con la stessa banconota da 10€ potrai comprare solo 9 mele.
In un anno quindi il tuo potere d’acquisto è diminuito.
PERCHÈ L’INFLAZIONE SALE?
L’inflazione non è colpa dei malvagi venditori di mele alleati con i creatori di scie chimiche ma da vari e complessi fenomeni economici.
A livello di politica economica esistono 3 fattori principale per l’aumento dell’inflazione:
1. AUMENTO DELLA DOMANDA
In caso di aumento globale di beni o servizi l’inflazione (nel caso settoriale ma che aumenta anche quella totale) aumenta. Se la domanda cresce più dell’offerta i prezzi aumentano.
Questo tipo d’inflazione è generalmente positiva ed è sintomo di una crescita economica, col tempo tende a stabilizzarsi automaticamente per le leggi del mercato.
2. AUMENTO DEI COSTI DI PRODUZIONE
Se le materie prime necessarie a produrre beni o servizi aumentano le aziende sono costrette ad aumentare il costo del bene.
È quello che sta succedendo con la pasta a causa di una carestia internazionale di grano.
3. POLITICA MONETARIA
L’inflazione può essere causata anche da un eccesso di moneta circolante nel sistema economico. Come ogni altro bene anche per la moneta vige la legge della domanda e dell’offerta.
Se aumenta l’offerta di moneta il suo valore diminuisce e i prezzi di beni e servizi aumenta.
Una cosa importante da sapere è che inflazione e tasso di interesse delle banche centrali sono strettamente collegati anzi, è l’unica vera arma in mano alle banche centrali.
Nel caso aumento dell’inflazione le banche centrali alzano i tassi d’interesse in modo da “sgonfiare” il mercato, sfavorire i prestiti. In pratica vengono chiusi i rubinetti.
UN ESEMPIO: LA SITUAZIONE ATTUALE (NOVEMBRE 2021)
L’inflazione si può presentare anche in tutte e tre le forme contemporaneamente e stiamo vivendo proprio questo momento storico.
Dopo le prime aperture post lockdown è aumentata la domanda di diversi prodotti (tipo i semiconduttori), i prezzi delle materie prime sono più alte (dal petrolio al legno) e tutte le banche centrali stanno attivando politiche di stimolo economico allargando l’offerta di moneta.
L’INFLAZIONE É UN MALE?
No, l’inflazione non è necessariamente un male, come avrai brillantemente intuito dal precedente capitolo.
Anzi, un livello minimo (per la Banca Centrale Europea è circa il 3%) è un fattore positivo e permette di avere un’economia sana e attiva. Il processo inverso invece determina un economia statica e non molto attiva.
Avere un aumento dell’inflazione vuol dire maggiore circolazione monetaria, dinamicità del settore industriale ed economico e favorisce l’importazione.
Un’altra parola che sentirete spesso è “stagflazione” ovvero quando l’inflazione si alza ma non è accompagnata da un aumento delle attività produttive. È tragica e può produrre un decennio di stagnazione economica (come gli anni ’70).
ESEMPIO INFLAZIONE: CONFRONTO TRA L’ INFLAZIONE IN ITALIA E IN GERMANIA PRE EURO
L’Italia ai tempi della lira e in vari periodi storici ha usato l’inflazione per rimanere competitiva sul mercato.
Come ho detto sopra l’inflazione diminuisce il valore della moneta, i prodotti venduti quindi dal paese in Italia diventavano più competitivi sul mercato internazionale, in quanto meno costosi grazie al cambio favorevole.
Il nostro paese poteva quindi aumentare le esportazioni compensando con la quantità di prodotti venduti la diminuzione del valore della moneta.
La svalutazione monetaria diventava quindi un vero e proprio modello di politica economica. Qui sotto potete vedere il trend dell’inflazione italiana dagli anni ’50.
Ci sono diversi “piccoli” problemi in questa politica aggressiva:
DISTRUZIONE DEI RISPARMI E STIPENDI
Avere l’inflazione al 20% come nella fine degli anni ’70 non è molto positivo.
L‘inflazione è una tassa bastarda e colpisce in particolare i piccoli risparmiatori.
Immaginate vostro nonno che, di botto, in un anno perdeva il 20% del valore dei suoi risparmi… sentite anche voi un eco di bestemmie?
E non perdevano valore solo i suoi risparmi ma anche il suo stipendio, come faceva allora il governo a lasciare inalterato il potere di acquisto dei suoi cittadini?
Sapete che a creatività fiscale non ci facciamo mancare nulla quindi i governi italiani inventarono il concetto di scala mobile: gli stipendi si adeguavano 1:1 all’aumento dell’inflazione. Non ogni anno, ma ogni cazzo di mese. Immaginate le povere contabili che dovevano fare un assegno.
In genere l’adeguamento degli stipendi all’inflazioni viene fatto da tutti i paesi (anche se in maniera diversa) ma questo processo genera nuova inflazione e…
L’IPERINFLAZIONE
Come detto l’inflazione è una brutta bestia e, nonostante calcoli e target degli economisti gli indicatori reali possono sfuggire facilmente rendendola incontrollata e facendola aumentare in brevissimo tempo.
È una di quelle cose che sono state sperimentate dai nostri amici tedeschi che, negli anni ’20 hanno vissuto la terribile inflazione di Weimar. Questo evento è rimasto come una cicatrice dolorosa sulla pelle di tutti i tedeschi.
Proprio per evitare eventi simili la politica tedesca ha impostato la sua economia sulla stabilità della moneta e sul contenimento dell’inflazione: l’esatto contrario dell’Italia.
L’INFLAZIONE AI TEMPI DELL’EURO
Alla nascita dell’euro il modello di riferimento per la nuova moneta europea è stata il marco tedesco. Non solo per quanto riguarda il valore ma anche per il modello economico di stabilità e di contenimento dell’inflazione.
L’Italia già dalla metà degli anni ’80 si era avviata a un processo di stabilizzazione ma questo allineamento ha cambiato, completamente, il modello economico della nostra politica: non si poteva più usare l’inflazione come leva per l’export.
Alcuni di voi odiano l’euro, ma questa moneta ci ha permesso di avere una moneta stabile e con un inflazione molto bassa. Nonostante sia in corso da oltre 20 anni i negozi “Tutto ad 1€” continuano a chiamarsi così!
Infatti oggi, dopo 10 anni, una moneta di un euro ha praticamente lo stesso valore di quella del 2001, in quanto l’inflazione (almeno fino ad oggi) è stata raramente superiore all’1%.
DOMANDE E RISPOSTE SULL’INFLAZIONE
COME SI MISURA L’INFLAZIONE?
Ogni trimestre l’istituto statistico nazionale come l’ISTAT calcola la variazione dei prezzi di beni e servizi considerando un paniere di bene. L’istituto prima analizza il tipo di consumi dei cittadini, seleziona i prodotti e servizi (il paniere) e poi calcola la variazione di spesa dei cittadini confrontandola con un periodo di tempo precedente. Se c’è variazione c’è inflazione.
CHI CI GUADAGNA CON L’INFLAZIONE?
A livello di Finanza Personale guadagnano le persone in grado di aumentare o perlomeno pareggiare l’aumento dell’inflazione ad esempio ricontrattando lo stipendio. L’inflazione è anche vantaggiosa per i debitori in quanto il denaro vale meno. Chiaramente è vantaggioso solo se i guadagni variano con l’inflazione.
L’INFLAZIONE QUANDO SCENDE?
Quando scende l’inflazione è la domanda che si chiedono tutti gli esperti politici ed economici dall’alba dei tempi. Non esiste una teoria economica chiara e nessuno è in grado di prevederlo, anche se gli studi economici prevedono una serie di soluzioni macro economiche a livello di politica monetaria.
INFLAZIONE: COME COMBATTERLA?
A livello di finanza personale il modo per minimizzare i danni dell’inflazione è quello di non tenere fermo il proprio denaro ma investirlo (se possibile a pari della crescita dell’inflazione) e facendo si che il proprio stipendio cresca in proporzione alla variazione dell’aumento del costo dei consumi.
COME EVITARE DI PERDERE SOLDI CON L’INFLAZIONE?
Credo che ti sia ormai chiaro che tenere i soldi sotto al materasso (o fermi sul conto corrente) sia una grande cazzata.
Ogni anno i tuoi risparmi vengono piano piano erosi, per evitare questo bisogna investire in qualcosa che renda almeno pari o in maniera superiore all’aumento dei prezzi correnti: dal conto deposito, ai conti corrente con interessi sino agli investimenti in ETF.
Anche l’accoppiata bassi interessi sul mutuo e acquisto della casa può essere un’ottima soluzione.
Oltre a patrimonializzare il vostro capitale dovete sapere che l’inflazione è molto amica dei debitori: se il valore della moneta diminuisce, infatti, diminuisce anche il valore del vostro debito (ma solo se il vostro stipendio si adegua).
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