Spero che dopo anni abbiate capito come funziona l’interesse composto.
Sento i vostri pensieri e sospettosi rumori di cicale quindi lo ridico: sono gli interessi maturati nel tempo, che diventano capitale e reinvestiti maturano a loro volta nuovi interessi.
La cosa incredibile dell’interesse composto è che, nonostante sia un fattore matematico finanziario, si applica benissimo a tanti altri campi della vita.
Prendiamo ad esempio lo sport. Voi partite da zero e imparate i fondamentali irrobustendo la vostra struttura fisica e la tecnica di base. Dopo un determinato periodo avrete assimilato (= capitalizzato) le basi dello sport e potrete fare uno step superiore.
Ma l’interesse composto è anche alla base di come funziona di come si sviluppa la nostra istruzione.
Alle elementari impariamo a riconoscere le lettere e i numeri nonché contare e leggere. Grazie a questi “interessi capitalizzati” possiamo cominciare a leggere libri per imparare nuove funzioni, storie e creazioni che ci aiuteranno a sapere sempre più cose e, magari, ad inventarne di nuove.
C’è anche l’altro lato della medaglia. L’interesse composto funziona al contrario e in peggiorativo tipo quando si parla dei problemi.
Proprio per questo ho coniato il termine di problemi composti.
Fermi! Fermi! Fermi!!
Ok sono arrivato a quel momento di mitomane follia in cui mi invento cose però, giuro, il termine ha un senso.
E forse è proprio il caso di spiegarvelo!
L’INTERESSE COMPOSTO (SI ANCORA UNA VOLTA)
Quando decidiamo di investire prendiamo una parte dei nostri risparmi (il capitale), lo diamo in mano ad un istituto finanziario per un determinato periodo affinché questi ci restituiscano un rendimento fisso (come per i bond o conti deposito) oppure variabile.
A fine anno quindi avremo dei guadagni: gli interessi stabiliti alla stipula dell’investimento oppure eventuali dividendi e la valorizzazione del titolo.
Nel caso il culo assista il nostro percorso di investitori alla fine riceveremo indietro il capitale più gli interessi maturati. C’abbiamo preso gusto quindi reinvestiamo il denaro iniziale e i soldi guadagnati. In questa maniera gli stessi interessi maturano un extra rendimento sugli investimenti successivi.
Può sembrare una stronzata ma la differenza tra l’interesse semplice e quello composto sul lungo periodo è enorme:
COSA INTENDO PER PROBLEMI COMPOSTI
Tutti noi affrontiamo dei problemi durante la giornata: Imprevisti, guai, impicci e rotture di scatole.
Io ne ho spesso. Anzi, persino, nella scrittura di questo articolo ho notato uno strano segno sullo schermo del mio amato notebook. Ho guardato meglio e si è rivelata una crepa gigantesca formatasi chissà come e chissà quando.
Questo pur essendo solito usare una cover antiurto, lo zaino imbottito e precauzioni che manco una madre calabrese con il primogenito.
Eppure niente, crepa. Che non è una minaccia contro il produttore ma un dato di fatto: il display funziona perfettamente ma la protezione di vetro superficiale è spaccata.
Questa è stata la mia personale bestemmia della domenica, vabbè.
Esistono altri mille impicci simili che accadono ogni giorno a milioni di persone:
- Un quadro a cui cede il chiodo
- Uno pneumatico sgonfio
- Il rinnovo dei documenti
- Pagare la multa presa per divieto di sosta
- La necessità di fare la fila alle poste
- Stirare i panni
- Montare quella mensola o quel nuovo mobile
- Svuotare uno scatolone
- Pulire il frigo
- Fare il cambio di stagione
In sintesi estrema: rotture di coglioni.
Presi singolarmente però sono problemi piccoli, irrilevanti. Pagare una multa è una rosicata ma basta aprire l’app io, inquadrare il QR code e pagare con PagoPa. Lo stesso vale per svuotare uno scatolone o rimettere a posto un quadro.
Son tutte azioni risolvibili in pochi minuti. Se fossimo esseri razionali le affronteremmo subito e andremmo avanti nella nostra routine. Ripeto, spesso bastano meno di 10 minuti.
Però non siamo razionali. Siamo pigri e tendiamo a procrastinare il “fare” con scuse puerili, trovando qualsiasi genere di meccanismo auto assolutorio possibile.
Qui entra in gioco il meccanismo dei problemi composti.
Ogni posticipazione ed ogni nuova scusa rendono quell’impiccio sempre più grosso. I problemi si sedimentano così per anni (vero!) tanto da offuscare il punto iniziale. Alla fine non si capisce manco più quale era il cazzo di problema originario.
Prendiamo l’esempio classico: non pagare una multa.
Ci scoccia capire come funziona papo pa, non vogliamo sganciare quei 25€, non capiamo quando è il giorno di notifica (spoiler: quando ritirate la raccomandata o 10 giorni dopo un deposito non ritirato alle poste) oppure quello che cazzo ha scritto il tizio della municipale.
Decidiamo di pagare domani. Ma domani diventa… dopodomani. E dopodomani, lunedì. Son passati i 5 giorni per ottenere lo sconto della multa quindi ora la contravvenzione ci costa il 30% in più.
Rosichiamo e abbiamo ancora meno voglia di sistemare la questione. A forza di non affrontare il problema passano settimane… alla fine di quella multa ce ne scordiamo proprio.
Dopo un paio di anni citofona il postino “ho una raccomandata per lei, scende?”.
È quella verde di agenzia delle entrate. Aprite e non sapete che cazzo è, però dovete sganciare 500€ a breve. La cifra originale della multa si è gonfiata a a causa di more e sanzioni amministratie. Ora o pagate o ADE ve sfonna a passo di carica.
Eccola quella minchia di multa “smarrita”.
Sembra però parli sempre e solo di soldi. Lo stesso ragionamento vale anche per la salute, l’istruzione, il fumo o anche per i problemi di coppia.
Io son 8 anni che devo togliermi un paio di denti del giudizio. Stanno ancora lì e prima o poi mi rovineranno anche il resto della dentatura a forza di spingere.
Parliamo del frigo? Quante volte non buttate un’arancia ammuffita e il giorno dopo quella ha contaminato tutti gli ortaggi costringendovi a frullare nella spazzatura tutto?
I principi dell’interesse composto funzionano con i problemi, anche se al contrario.
Invece di dare, tolgono.
Un problema banale cresce come una pasta lievitata a Napoli in attesa di essere maneggiata da un abile pizzaiolo. Ogni scusa, ogni lamento, ogni imprevisto aggiuntivo lievita il problema originario. Qualcosa che potevate risolvere in dieci minuti.
L’impiccio si gonfia e diventa un guaio e poi si calcifica in disgrazia o tragedia.
Davvero, non esagero.
Più cresce meno abbiamo voglia e forza di agire. Un meccanismo circolare in cui il palloncino si gonfia fino a detonare in faccia.
Quindi, che fare?
COME EVITARE GLI EFFETTI NEFASTI DEI PROBLEMI COMPOSTI
Quante volte devo ripetere i trucchi della nonna su come affrontare la realtà da persone adulte?
Dai vado a punti veloci:
- Spezzare il problema – Prendete un problema e spezzatelo in più parti con l’ausilio delle check box. Farlo renderà il task meno impegnativo e sbarrare quello che si è fatto vi farà sentire padroni delle vostre azioni
- Programmare e organizzare – Usate le to do list per organizzare le giornate, sminuzzate i problemi in tante piccole azioni ed affrontate le costanti rotture di coglioni dell’esistenza
- Guardate alla soluzione, non al problema – Invece di fissarvi sul problema, a lamentarvi di come va il mondo, a sentirvi vittima del sistema o semplicemente a berciare, beh guardate alla soluzione. Nel problema siete passivi alla realtà, nella soluzione siete attivi. Meglio vivere nel secondo mondo.
- Agire immediatamente – C’è un imprevisto? È risolvibile in pochi minuti? Fatelo subito.
- Basta overthinking e rimuginazione! – Il pensiero è importante ma la realtà è modificata dalle azioni. Non serve trovare la soluzione perfetta se son passati 5 anni.
- Non prosticipare più di 2 volte – Il bellissimo libro di James Clear Atomic Habits sostiene che non si dovrebbe mai posticipare un evento per più di due volte. Se salta questa regola si entra nel mondo delle cattive abitudini. Evitate.
- Cambiate il linguaggio – Appare come una cosa da guru ma cambiare il linguaggio aiuta. Eliminate scuse e le negazioni ai pensieri in quanto sono ottimi modi per assolvere comportamenti pigri
A questo potete aggiungere tutte le motivazioni in questo articolo di Mark Manson.
Volete iniziale da zero? Svuotare un portafoglio può essere un grande passo per superare la procastinazione!
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