Quando affrontiamo un cambiamento definendo degli obiettivi seguiamo un percorso simile all’andamento di una curva.

Trattandosi di una novità all’inizio il tutto è sfidante. Vediamo i cambiamenti non come una rottura di palle ma come una sfida costante.

E già dopo poco vediamo bei risultati

C’è un miglioramento evidente e più le cose cambiano più siamo energici e stimolati a continuare. Più si va avanti e più alla fine, si arriva a un punto in cui il rapporto tra impegno e risultati si riduce. L’eccitazione cala e tutto diventa una routine.

A quel punto spesso, si torna indietro e si ricominciano le abitudini del passato.

La paura di spendere - Finanza Cafona

Fatemi spiegare! 

È un argomento complesso, mica la solita recensione di un conto corrente!

Il tema delle abitudini è universale e vale per ogni aspetto della vita: dalle relazioni amorose dalla scelta di un nuovo sport o di quale nuovo film vedere. Per le finanze invece si tratta di una vera e propria legge non scritta.

Io purtroppo sto vivendo il fallimento di un percorso. Uno di questi strambi momenti finanziari che chiamo “paura di spendere”.

COSA È LA PAURA DI SPENDERE

Vi parlo della mia esperienza personale perché il mio egocentrismo non mi permette di scindere il mio vissuto da concetti universali e perché Kiyosaki ha avuto effetti terribili sulla mia psiche.

Sinteticamente… mi sono imborghesito

Mi ero posto degli obiettivi anni fa e nel tempo ne ho raggiunti parecchi. Mi sono accorto di non avere tanti stimoli nel fissarne di nuovi e in più mi sto fossilizzato sullo stesso metodo che mi ha permesso di arrivare fino a questo punto.

Negli ultimi anni ho pensato solo a focalizzarmi sul risparmio per uscire dalle mie problematiche. Ci son riuscito ma nel frattempo sono cambiate le mie esigenze e il mio mondo. Continuo a essere tirchio quando non ne ho motivo.

Ho parecchi soldi rispetto al passato. Pur avendoli, pur sapendo non mi servono, pur sapendo di essere in grado di gestirli bene e di spenderli con intelligenza… non riesco a staccarmene.

Vi faccio un esempio, ok? A giugno ho notato alcune minusvalenze sul mio cassetto fiscale di Directa e, da buon programmatore finanziario, ho deciso di acquistare delle obbligazioni sotto la pari a breve termine e portarle a scadenza.

Ho scelto delle obbligazioni governative tedesche: comprando una singola obbligazione a 98€ e rotti e a dicembre mi torneranno in tasca 100€.

Plusvalenza che verrà compensata dalle minus accumulate. Per farlo ho usato soldi che non mi servivano, ho scelto un asset sicuro e inoltre avrei pure fatto della sana ottimizzazione fiscale!

Piano perfetto? No, perché c’ho messo un mese per decidermi a fare l’acquisto.

Ed è proprio facendo riferimenti a casi del genere che mi riferisco alla “paura di spendere” un misto tra taccagneria più vile e il timore di prendere nuove decisioni che rompano il ritmo a cui ormai sono abituati.

Nel mio caso c’è una storia personale di disagio e continui cetrioli nel culo però da tempo mi rendo conto che qualcosa non quadra e il rapporto con il denaro è troppo sofferto.

Sono ancora abbastanza giovane per godermi quei soldi, perché ho timore di separarmene?

Penserete sia una cosa solo mia ma sento anche in voi gli stessi atroci dubbi:

La paura di spendere - Finanza Cafona
Tranquillo Pà, sei in buona compagnia!

OBIETTIVI E METODO: UNA DIFFERENZA SOSTANZIALE

In soccorso ci può aiutare il libro Atomic Habits di James Clear.

Si tratta di un manuale teorico e pratico (molto) su come modificare le abitudini nel corso del tempo al fine di consolidarle un vero e proprio cambiamento personale.

Tra le cose più interessanti menzionate nel libro c’è la differenza tra obiettivo e metodo:

  • Obiettivo: il risultato che intendiamo raggiungere
  • Metodo: il processo con cui vogliamo raggiungere l’obiettivo

Clear sostiene sia più importante concentrarsi sul metodo, piuttosto che sull’obiettivo. Il metodo infatti è un fattore importantissimo se si vogliono cambiare le abitudini.

Il percorso è in nostro controllo mentre il risultato no

Anche se possiamo ipotizzare la voglia di raggiungere un determinato traguardo il successo personale può presentarsi in forme e modi differenti al nostro desiderio.

Non siamo gli unici a voler “vincere”, siamo in uno scontro costante con l’universo. Insomma oltre a non esserci certezza di vittoria non c’è neanche la certezza di vincere in quel modo. 

E poi c’è un altro problema da considerare:

Cosa succede quando si è raggiunto il risultato?

Bravi!

Smarrimento, disillusione, pensieri di distruzione, visione di tutte le stagioni di Lucifer e shopping compulsivo.

Il punto in cui concentrare la maggior parte dei nostri sforzi deve essere il metodo.

Con questa parola Clear intende il processo con cui ci auto miglioriamo in un continuo cambiamento.

L’importante è fare un  upgrade, anche piccolo ma costante e questo anche perché:

Le piccole abitudini non si sommano ma si capitalizzano

Raggiunto un punto, si ragiona e si prova a fare un altro passo avanti. E poi un altro ancora, in un continuo tentativo di ottenere una versione migliore di se stessi.

Il vero risultato del nostro percorso è quindi la volontà a migliorarsi, non l’obiettivo di raggiungere qualcosa.

Se conoscete un po’ di letteratura o di filosofia non è nulla di nuovo. Già Dante diceva “fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza” e quel rompicazzo di Hegel nell’800 professava la teoria della tesi, antitesi e sintesi.

Canale Youtube stra consigliato.

Sentite anche voi come me di esservi concentrati sulla parte sbagliata del processo? 

È per questo che non sento una gioia vera nel fatto di aver raggiunto traguardi così importanti in pochi anni? È per questo che mi sento ancora nella melma finanziaria pure se ne sono uscito? Ed è per questo che vorrei comprarmi un paio di scarpe ma mi sento in colpa a usare la carta? 

MA QUINDI ATOMIC HABITS CHE CACCHIO C’ENTRA?

Se seguiamo il ragionamento di Atomic Habits e riuscite a personificarvi nei miei continui drammi esistenziali (condoglianze) forse riusciamo a dare un senso a sto articolo.

Ho (anzi abbiamo) concentrato le nostre risorse nel raggiungimento di un obiettivo.

Lo abbiamo visualizzato, scritto su un pezzo di carta e abbiamo lottato per raggiungerlo ogni giorno. Alla fine ce l’abbiamo fatta, ma la realtà ci ha fatto vincere in un modo che non immaginavamo.

Abbiamo fatto una cavalcata furiosa e ci siamo evoluti, eppure quella leggera dissonanza tra la nostra aspettativa e la realtà non ci fa gustare al meglio il risultato raggiunto.

Beh… perché abbiamo sbagliato. 

Non nel percorso quanto nel concentrare le nostre energie sul risultato e non sul metodo. Il primo è fisso e quando è raggiunto è finito il secondo invece è dinamico e riesce ad adattarsi a nuove fasi e momenti della vita.

Questa sua natura fluida ci permette di capire come i risultati siano solo degli step nel perseguimento di un obiettivo più grande, quello di definire la nostra identità e di migliorare noi stessi. In sostanza il metodo è quella cosa che permette di raggiungere questo grande scopo.

Questo percorso di vita significa tante cose: avere il coraggio di ammettere i propri errori, di accettare la fine di un ciclo, analizzarsi profondamente e ricominciarne uno nuovo partendo dalle basi costruite in precedenza. 

In sintesi è avere la tenacia di mettere costantemente in discussione i propri capisaldi.

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Sull'autore

FinanzaCafona

Founder & Editor

Sono un povero come te che scrive la maggior parte degli articoli di questo blog. Non mi dare troppo retta perché sono un fesso senza studi economici o finanziari però, se vuoi, puoi amarmi.

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