Ciao cafoni e cafonesse!
Vi sono mancato, vero? L’ultima apparizione sul blog (tipo in cui spiego i tassi d’interesse o la recensione di Trading212) l’ho fatta molto tempo fa, perciò ho pensato di farvi di nuovo visita e scrivere un articolo!
Oggi parliamo (tamburi, prego) di cosa é la finanza islamica!
Cosa è? Come funziona? Come può investire un musulmano in Italia? E perché può interessare a chi ama la finanza Etica o investimenti ESG?
Ma prima di continuare, so a cosa stai pensando:
"Perché parlare di un argomento che non interessa a nessuno?”
Be’, ignorando il tuo tono saccente, ti rispondo subito:
- Ci sono quasi 3 milioni di musulmani in Italia, perciò questo non è esattamente un argomento “di nicchia”
- La finanza islamica nel tempo si è dimostrata capace di tenere testa ai rendimenti della finanza classica
- In questo mondo si seguono regole molto simili a quelle della finanza Etica, perciò sarà interessante fare un piccolo confronto.
Piccolo disclaimer prima di iniziare!
Conosco molte cose della finanza personale e di questo tema (si sono musulmano ma non me la tiro), però non sono onniscente e ci potrebbero essere alcune cosucce in questo articolo che sono errate o ho dimenticato di menzionare.
Se perciò trovate qualcosa che non torna (sicuro) segnalatemelo nei commenti!
Fatto questo pippone, direi di aprire le danze!
I FONDAMENTI DELLA FINANZA ISLAMICA
Come ci hanno insegnato da piccoli, dobbiamo sempre partire dalle basi.
Prima di entrare nello specifico di come perdere i vostri soldi in borsa, sarà perciò sicuramente utile esplorare alcuni dei principi su cui si basa la finanza islamica.
L’Islam è una religione che pone grande attenzione alla moralità e all’etica e questo vale anche per il mondo degli investimenti, che deve essere conforme ai principi della Sharia (ossia la legge islamica).
Questi sono alcuni dei principi base che vengono seguiti:
1. L’INVESTIMENTO DEVE ESSERE UTILE
In poche parole, non deve soltanto arricchire il vostro portafogli, ma deve anche contribuire positivamente alla società. Qualsiasi asset in cui investite perciò dovrebbe direttamente o indirettamente portare beneficio all’individuo e alla collettività.
Lo so, quello che sto dicendo è molto diverso dalla visione capitalistica del mondo, ma ehi, mica tutti sono egoisti quanto noi alla fine.
La maggior parte degli strumenti finanziari comunque soddisfa questi requisiti se ci pensiamo: investire in azioni o ETF contribuisce alla crescita delle aziende, gli investimenti immobiliari fanno crescere il mercato del mattone, e così via.
2. INVESTIMENTI NON SPECULATIVI
Questo principio è una conseguenza del primo: visto che possiamo investire solo in asset destinati alla creazione di valore reale, ne consegue che non possiamo fare investimenti che hanno solo uno scopo speculativo.
Pensiamo ad esempio a cose come il trading attivo di valute piuttosto che il giocarsi i risparmi di una vita sulle opzioni: oltre ad essere cose che non vi consiglio di fare, non portano alcun reale beneficio a nessuno.
Perciò forse meglio evitare.
3. NON DEVE GENERARE INTERESSI
Questo è un punto interessante, miei amici cafoni.
Nell’islam gli interessi chiamati anche come “riba” (usura), sono severatamente vietati. E di conseguenza sono banditi tutti gli strumenti finanziari o operazioni che comportano pagare o ricevere interessi.
E adesso tu dirai indignato:
“Ma allora non si può investire in obbligazioni? E il conto deposito?” Perchè stanno tutti parlando di una certa Taylor Swift? E il mutuo?! Ma che brutta religione!”
Allora. Innanzitutto ti calmi.
L’islam è nato giusto qualche millenio prima di te, e sa il fatto suo.
Per rispondere alle tue domande:
- Non si può investire in obbligazioni, ma ci sono delle alternative
- No, niente conto deposito remunerato. Ma tanto sappiamo che appena la BCE abbasserà i tassi non se li cagherà più nessuno
- Sinceramente non lo so neanch’io
- Ci sono forme alternative al mutuo per chi è di religione musulmana. La “Murabaha” ad esempio, in cui la banca acquista l’immobile che desiderate e ve lo rivende con una maggiorazione fissa
Il perché di questa proibizione ha comunque basi solide e un punto di vista alquanto interessante, anche per persone non di questa religione.
Ahimè, la spiegazione però è alquanto lunga e complessa. Se sei curioso ti consiglio la lettura di questo articolo e quest’altro.
LA DIFFERENZA TRA ESG, FINANZA ETICA E FINANZA ISLAMICA
Ad occhio, alcuni di voi avranno subito notato che i principi su cui si basa la finanza islamica non distano molto da quelli seguiti nella finanza etica e ESG, due metodi di investimento che stanno prendendo sempre più piede in Europa e nel mondo. Non è un caso.
Tutte e tre queste filosofie hanno punti comuni. Promuovono infatti tutte un approccio più olistico agli investimenti: non si guarda più soltanto ai rendimenti ma anche al potenziale impatto positivo che i nostri soldi potrebbero avere nella società.
Ma se mentre la finanza etica si basa sul valutare i principi di sostenibilità di un’azienda da un punto di vista ESG (economico, ambientale e sociale) l’obiettivo della finanza islamica è quello di creare un sistema finanziario il più equo possibile.
Il risultato alla fine è simile, ma con alcune differenze:
- L’Islam vieta gli interessi, come abbiamo visto ad esempio accade con le obbligazioni. L’islam non vede di buon occhio tutti gli strumenti che non si basano sulla condivisione dei rischi e della ricchezza prodotta, essendo che questi due principi per la religione sono alla base di una finanza equa
- Mentre possiamo definire la finanza etica come un semplice ramo della finanza classica, la finanza islamica visti i suoi divieti prevede anche prodotti e asset class ad hoc
- Infine, l‘interpretazione della finanza etica è spesso soggettiva e dipende da persona a persona. Mentre la finanza islamica è soggetta a regolette ben precise stabilite dall’Islam.
ANALISI DEGLI ASSET FINANZIARI PER LA FINANZA ISLAMICA
Se siete entrati un po’ nel mood della finanza islamica avete capito che investire per un fedele non è privo di complicazioni.
Alcuni asset sono vietati, mentre in altri ci possono essere limitazioni.
Ma non temete. Essendo una bravissima persona (se scherza), mi sono sbattuto per voi per scrivervi un bel report di come ci si può muovere in questo mondo.
OBBLIGAZIONI E CONTI DEPOSITO
Come avevo accennato prima (si vede che non sei mai attento) qualsiasi strumento finanziario che dia o riceva interessi nell’islam è vietato.
Di conseguenza, possiamo dimenticarci di obbligazioni, titoli di stato, ETF obbligazionari o conto deposito remunerati.
Ma le persone di religione musulmana non si sono arresi a questa limitazione, e sono riusciti a crearsi un’alternativa geniale: i sukuk!
Lasciando stare il nome che lascia a desiderare, i sukuk rappresentano il diritto di partecipare ai profitti di un investimento generalmente a basso rischio, come un immobile o un progetto infrastrutturale. Un pochino come i dividendi insomma, con l’unica differenza che alla scadenza del sukuk ricevi indietro il tuo capitale iniziale.
CRIPTOVALUTE
Qua rischiamo di aprire un vaso di pandora amici miei, perciò proverò a farla breve.
Nel mondo islamico si sta ancora discutendo se le crypto siano permesse o meno.
La maggior parte delle persone concorda però che la risposta più probabile è “dipende”.
Dipende dalla criptovaluta di cui stiamo parlando, se ha qualche utilità intrinseca, o se invece è usata solamente come speculazione (come sono la maggior parte delle crypto, ma lasciamo stare).
AZIONI: HALAL O NO?
L’Islam incoraggia gli investimenti in azioni, poiché nel farlo contribuisci coi tuoi soldini a far crescere un azienda e ti fai partecipe delle sue perdite e profitti.
Tutto qui allora? No. C’è infatti un piccolo “ma”.
Infatti l’azienda in cui vuoi investire deve per forza rientrare in questi paletti:
- L’attività aziendale deve essere (per la maggior parte) lecita per la legge islamica: no alcol, no gioco d’azzardo o altre attività proibite
- Poco debito: di norma si consiglia di non investire in aziende con un debito superiore al 33% alla loro capitalizzazione
- L’azienda deve avere un impatto positivo: si tratta più di un controllo di buon senso. Bisogna evitare di investire in aziende che attuano pratiche considerate immorali o eticamente discutibili (es. sfruttare lavoratori sottopagati, avere un grande impatto negativo sull’ambiente, e così via).
È interessante notare ancora una volta come molti di questi criteri abbiano punti in comune alla finanza etica. Nonostante uno si basi sui criteri degli investimenti ESG mentre l’altro sulla Sharia, i risultati sono più o meno simili.
Giusto per fare un esempio entrambe evitano di investire in aziende che producono armi o alcol, così come in aziende troppo indebitate.
FUTURES E COMMODITIES
Nel caso tu sappia cosa siano i futures, salta al paragrafo successivo. Se non lo sai invece, eccoti una breve spiegazione:
I contratti futures sono derivati che permettono di stipulare un accordo per l’acquisto o la vendita di un’asset (azioni, materie prime, valute…) a un prezzo specificato in una data futura.
Vuoi un esempio? Facciamo finta che stipuli un contratto con Paperino per vendergli una cassa di arance a 5€ fra due mesi. Se le arance fra due mesi costeranno 10€, ci hai perso la possibilità di vendere la cassa di arance a qualcun’altro per un prezzo più alto.
Se invece le arance fra due mesi costano meno di 5€, sei riuscito a vendere a Paperino una cassa di arance a un prezzo esageratamente caro (grande!).
Ecco, però c’è soltanto una piccola nota a margine da fare: il nostro Paperino non mangerà mai le nostre arance, perché nella maggiore parte dei casi nel mercato dei futures non è prevista la consegna fisica della merce.
Da qua possiamo comprendere che i futures nel mondo degli investimenti sono puramente speculativi. E di conseguenza sono vietati nell’Islam.
Mentre per quanto riguarda le commodities in sè come oro o l’argento? Niente da temere amici. L’acquisto delle commodities fisiche o tramite ETF a replica fisica è tranquillamente permesso!
ETFs
E adesso arriviamo al topic più interessante di questo articolo.
Da bravo investitore medio sai infatti che gli ETF sono uno dei migliori strumenti per diversificare il tuo portafoglio e farlo crescere nel tempo. E sei curioso di sapere se questi strumenti siano permessi o meno nella finanza islamica.
Ti rispondo subito: gli ETF sono permessi, a patto che l’asset class dell’ETF lo sia.
Perciò strumenti come gli ETF obbligazionari sono vietati (essendo le obbligazioni vietate), mentre quelli di commodities sono permessi.
Mentre per quanto riguarda gli ETF azionari?
Beh amici cafoni, la questione qui è un po’ più complessa.
Vedete, abbiamo detto che nella finanza islamica non si può investire in qualsiasi azienda, ma soltanto quelle che rispettano i paletti fissati dalla Sharia.
Considerate adesso che circa il 50% delle aziende infrangono queste regolette. E se anche solo una di queste aziende è presente in un ETF, è game over.
E più o meno in tutti gli ETF troviamo almeno un’azienda del genere.
“Perciò è finita qui? Andiamo a fare stock picking?”
No, perchè anche questa volta le persone di religione musulmana non si sono arrese, e sono riusciti a crearsi un’alternativa: gli ETF halal!
In poche parole, sono ETF che seguono indici musulmani, contenenti solo aziende che rispettano la Sharia.
La quantità di questi di questi ETF però è ancora limitata e hanno un costo più elevato del classico VWCE.
Di conseguenza sono meno attraenti delle loro controparti “classiche”.
Ma nonostante tutto ci sono anche dei nomi interessanti come ISDW, HIWS o ISDU emessi Blackrock. Ora non vedete l’ora di vedere un bel confrontone fra gli ETF musulmani e la loro controparte classica, manco fossimo ad una corsa di cavalli, perché gli etf halal si comportano bene:
Notiamo che i rendimenti nel corso dell’anno sono più o meno comparabili. A volte è la versione musulmana dell’ETF a superare la versione classica, altre volte invece è il contrario.
Adesso però confrontiamo il SP Funds S&P 500 Sharia ETF con il Vanguard S&P 500 ETF:
Wow. Gran bella differenza vero? L’ETF musulmano è riuscito a battere nel corso di un anno la versione più classica di un bel +13,36%.
Ma a cosa è dovuto?
Ricordate quando ho detto che gli ETF musulmani escludono aziende non conformi alla Sharia? Di conseguenza questi ETF sono generalmente meno diversificati dei loro equivalenti tradizionali, rendendoli più sensibili alle fluttuazioni di mercato.
Nel bene e nel male.
Nel caso del SP Funds S&P 500 Sharia ETF a furia di escludere aziende si sono ritrovati il 30% del fondo concentrati nei tre moschettieri: Apple, Microsoft e Nvidia. Tutti e tre titoli che hanno performato bene quest’anno.
Se vi incuriosisce il mondo degli ETF musulmani, gli amici del subreddit HalalInvestor hanno stilato un enorme excel con tutti gli ETF halal ad oggi disponibili. Eccolo qua!
Piccola nota: al momento la maggior parte degli ETF islam in Europa sono molto piccoli o non possono essere acquistati in Italia (manca il Kiid tradotto), speriamo questo articolo dia una scossa!
CONCLUSIONI SULLA FINANZA ISLAMICA
Gli investimenti nella religione musulmana possono essere un’opportunità interessante per le persone che desiderano investire il loro denaro in maniera conforme ai propri valori religiosi o per chi è naturalmente curioso di sperimentare nuovi metodi di investimento.
Ovviamente se siete davvero interessati a questo mondo vi consiglio di leggere, documentarvi e fare le vostre analisi.
Sappiamo infatti adesso come nella finanza musulmana alcuni asset class come le obbligazioni siano vietati, mentre altri come le azioni sono in parte limitati. Questo ovviamente porta alcune complicazioni.
D’altra parte però, il numero di prodotti finanziari che rispettano la Sharia aumenta di anno in anno, e così il numero delle persone di religione musulmana che si avvicinano a questo mondo. Questo lascia ben a sperare!
Baci, vi si vuole bene!
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